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Coldiretti Marche e Cia Agricoltori Provinciale: ” Il sostegno del Made in Italy ai tempi del Coronavirus passa anche per il rispetto delle tradizioni pasquali con il ritorno in tavola dell’agnello“.

Coldiretti in occasione della Giornata mondiale della pastorizia e con l’avvio di una campagna social dei pastori #iostocoipastori per sostenere il valore sociale, economico, storico e ambientale di un mestiere a rischio di estinzione. In vista di un auspicabile prossimo ritorno alla normalità sarebbe un sollievo per i conti di circa 4 mila allevamenti marchigiani che presidiano le aree interne con oltre 133 mila animali tra pecore e capre. Di contro, Cia Agricoltori ha posto l’accento, nonostante l’insolita condizione in cui gli italiani saranno costretti quest’anno a trascorrere le festività pasquali, sulla necessità di rispettare le tradizioni e portare comunque l’agnello sulle tavole, simbolo della Pasqua.

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Coldiretti Marche, la condizione delle aziende regionali

La stragrande maggioranza delle aziende marchigiane non arriva a 100 animali: se ne alleva circa un terzo per la carne, mentre quasi 50 mila capi sono destinati alla produzione di latte. Produzioni di altissima qualità che creano valore, soprattutto con i formaggi dop e le carni scelte igp. Un settore alle prese, come tanti in questo periodo, con il blocco delle attività di ristoranti e agriturismi che, soprattutto con l’avvio della bella stagione dalle festività pasquali, contribuiscono a mantenere vive le zone interne e rurali e si fanno, a volte, anche custodi della biodiversità: è il caso, ad esempio, delle specie autoctone che nel tempo sono state salvate dall’estinzione come la Pecora Sopravvissana e la Pecora Fabrianese.

La pastorizia è stata fortemente penalizzata dalla situazione attuale e minacciata anche da fenomeni speculativi. “Per sostenere l’intera filiera e combattere la speculazione sul cibo abbiamo bisogno di un grande patto tra agricoltori, industrie alimentari e distribuzione commerciale al fine di tutelare il Made in Italy dall’assalto di carne importata che non solo non offre garanzie sulla qualità e la salubrità della produzione, ma toglie mercato e ossigeno alle produzioni locali che fanno il vanto della nostra terra”, commenta la presidente di Coldiretti Marche, Maria Letizia Gardoni.

Cia Agricoltori: Pasqua a rischio per gli allevatori del territorio

L’emergenza coronavirus rischia di mettere in ginocchio gli allevatori del territorio, soprattutto quelli di ovini che senza la vendita della carne rischiano di trovarsi in serie difficoltà. A segnalarlo è la Cia Agricoltori di Ascoli, Fermo e Macerata che invita ad acquistare i prodotti locali: “Centinaia di allevatori di ovini marchigiani aspettavano la Pasqua che in tante famiglie si festeggia con l’agnello, ma quest’anno il coronavirus ha bloccato tutto”.

Dopo crisi provocata dal terremoto che aveva duramente colpito il centro Italia, gli allevatori si sono trovati con animali fermi nelle stalle, non sapendo come uscire da questa nuova situazione di emergenza. “Quest’anno sarà una Pasqua anomala per tutti  ma non per questo dobbiamo rinunciare di portare a tavola il simbolo della festività pasquale, l’agnello. È necessario attivare con urgenza una campagna di promozione per incentivare il consumo dell’agnello locale, rivolto ai cittadini e alla grande distribuzione”, fanno sapere dalla Cia Agricoltori provinciale.

La carne di agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica nostrana, come dimostrano le ricette tradizionali, “per cui sostenere con i propri acquisti la produzione significa aiutare il proprio territorio e contrastare anche l’abbandono delle aree più difficili dove i pastori svolgono un ruolo insostituibile di presidio”, concludono dalla Cia.

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