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Giornate FAI d’autunno: l’emergenza Covid-19 non ferma le aperture autunnali del FAI che, rispettando tutte le misure di sicurezza in vigore, ad Ascoli renderanno fruibili tre beni dal grande valore storico-artistico, per la prima volta per ben due fine settimana (sabato 17 e domenica 18 ottobre e sabato 24 e domenica 25 ottobre).

“Siamo stati incerti fino all’ultimo riguardo le giornate Fai di questo autunno: alla fine, abbiamo deciso di farle per dimostrare che, rientrando in determinate regole, si può continuare ad avere una vita sociale nella quale la cultura abbia ruolo cardine. Vorremmo anche dare esempio di come si possa fruire in maniera sicura di un museo, ad esempio: con ingressi contingentati, indossando la mascherina, senza parlare e rispettando le distanze di sicurezza”, spiega Alessandra Stipa, presidente FAI Marche.

“Il FAI tutela, protegge e racconta la bellezza del nostro paese. Alla luce dell’attuale situazione, le attività culturali stanno subendo importanti restrizioni. Occorre perciò reagire, trovare un modo di mantenere viva e attiva la cultura sul territorio, e le giornate FAI sono un ottimo modo per farlo”, commenta l’assessore alla Cultura Donatella Ferretti.

L’edizione 2020 delle Giornate FAI d’autunno è dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI recentemente scomparsa.

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Giornate FAI d’autunno, i luoghi visitabili ad Ascoli

Saranno quindi tre le aperture a contributo libero (per un minimo di 3 euro) ad Ascoli Piceno, organizzate per la prima volta in due fine settimana. Nel centro cittadino, per tutti e quattro i giorni, saranno aperti dalle 10 alle 17 il palazzo e la pinacoteca vescovile, con il nuovo allestimento del museo diocesano, e dalle 10 alle 17:30 la nuova sede regionale FAI di Palazzo Bazzani. Nel lato ovest della città, invece, durante le due domeniche sarà possibile ammirare, dalle 10 alle 16, il monumentale e grandioso Albero del Piccioni, al quale sarà possibile accedere imboccando la strada che conduce a Casamurana.

La prenotazione online sul sito del FAI – dove si possono trovare anche informazioni tecniche su aperture e orari – è fortemente consigliata, anche perché i posti sono limitati (15 persone ogni visita).

Giornate FAI d’autunno Ascoli, la storia dei tre beni

La pinacoteca vescovile sorge negli appartamenti privati del vescovo Giovanni D’Ercole, che ha voluto adibire a sale espositive contenenti innumerevoli opere d’arte, alcune delle quali mai esposte, poiché giacenti nei magazzini da decenni. Il vescovo, con l’aiuto di Michele Picciolo, ha avviato così un’opera di catalogazione e di realizzazione di schede storico-artistiche, rinnovando quelle già esposte e dotandone anche le opere finora rimaste inedite. L’edificio che le ospita, in realtà, si compone di tre corpi sorti accanto alla cattedrale dal XIV al XVIII secolo: lì sarà possibile ammirare sciamiti risalenti all’VIII – XII secolo, una sala dedicata a Cola dell’Amatrice, una dedicata ai maestri del Seicento con tele del De Magistris, statue ligne del XVI secolo e molto ancora.

Palazzo Bazzani, invece, di proprietà della Fondazione Carisap, viene edificato a seguito dell’Unità d’Italia come edificio atto ad ospitare la nuova sede della cassa di risparmio, su progetto di Cesare Bazzani. L’edificio fonde gusto rinascimentale, neoclassico e stile barocco, ricordando però il Liberty negli ornamenti. Di notevole pregio il soffitto ligneo del 1567 del grande ebanista fiammingo Moys d’Anversa.

Un’apertura particolare quella dell’Albero del Piccioni, nella quale natura, storia e leggenda si fondono: l’Albero è un imponente platano orientale che si trova a circa 3 km da Ascoli Piceno, in direzione Mozzano, e fa parte dell’elenco degli alberi monumentali italiani redatto dal Corpo Forestale. Tradizione vuole che sia legato alle vicissitudini del brigante Giovanni Piccioni, riorganizzatore del fenomeno del brigantaggio antiunitario nostrano: secondo la leggenda, egli avrebbe usato il tronco cavo del platano come nascondiglio per tenere imboscate ai viandanti.

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