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Ascoli Piceno – Sotto la città di oggi c’è una città di ieri (o meglio: dell’altro ieri) che ogni tanto riemerge. Per fortuna, perchè queste riemersioni consentono a residenti e turisti di toccare con mano la storia e di guardarla con i propri occhi. Ma anche di inglobarla nella propria vita, come nel caso del tratto di decumano romano di Corso Mazzini, quello fra la Fontana dei Cani e Palazzo Bazzani.

Com’era il tratto di decumano romano lasciato a vista in Corso Mazzini

Il decumano romano di Ascoli Piceno

Il decumano era la linea tracciata dall’augure nella delimitazione del templum celeste, con orientamento est-ovest: una forma di rito per l’appunto “augurale”. I Romani si basarono su questo rito per suddividere accampamenti e città, scegliendo quindi un assetto urbanistico di tipo ortogonale.

Quello di Ascoli attraversa la città da est a ovest sotto Corso Mazzini. E ogni tanto, come dicevamo, riemerge. La scelta se lasciare a vista o coprire il tratto fra la Fontana dei Cani e Palazzo Bazzani fu oggetto di lunghe riflessioni e valutazioni. Anche di acceso dibattito. Alla fine si decise di non coprirlo e di lasciarlo a vista, proprio per integrare la città di ieri nella città di oggi. Per evidenziarlo, delimitarlo e in un qualche modo proteggerlo fu posta una recinzione.

Il decumano di Ascoli Piceno oggi

Questo pezzetto dell’Ascoli romana che è stato studiato, ammirato, fotografato e che ha incuriosito, stupito ed emozionato oggi è così’ come vedete nella foto.

Com’è oggi il tratto di decumano romano lasciato a vista in Corso Mazzini

Siamo tutti certi che il lavoro che da qui in poi verrà fatto da istituzioni, associazioni e cittadini per conseguire il prestigioso riconoscimento di “Ascoli Piceno Capitale della Cultura 2024” sarà finalizzato a valorizzare  il patrimonio storico della città. Compreso il decumano romano di Corso Mazzini che oggi, purtroppo, appare abbandonato a se stesso.

 

 

 

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