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Sono almeno 4,8 milioni gli italiani a rischio di povertà alimentare nei prossimi mesi, persone che hanno un budget dagli equilibri precari e risicati. E’ quanto emerge dal Rapporto Coldiretti/Censis sulle abitudini alimentari degli italiani nel post pandemia.

1 italiano su 4 teme che il cibo termini

Il 24% degli italiani ha paura di non trovare più il rifornimento di alimenti sugli scaffali dei punti vendita. Timore collegato all’altro: quello del riacutizzarsi della pandemia.

“Con la pandemia da Covid – si legge nello studio di Coldiretti – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza per gli effetti dei cambiamenti climatici, con le quotazioni delle materie prime alimentari che hanno raggiunto a livello mondiale il massimo da oltre dieci anni, trainati dai forti aumenti per oli vegetali, zucchero e cereali, mentre si sono impennati i costi”.

1 italiano su 3 ha paura di mangiare al ristorante

Questo è uno dei dati più sorprendenti emersi dallo studio Coldiretti – Censis. Il 32% degli italiani ha paura di mangiare al ristorante, dato collegato al timore da risalita della curva dei contagi. E ci sono notevoli differenze di percentuali a seconda delle diverse fasce di età. Fra i giovani 18 – 34 anni la percentuale di “timorosi” scende al 18%, fra gli over 65 sale addirittura al 50%.

C’è ancora diffidenza di fronte ad altre iniziative con al centro il cibo, a partire dalle sagre dove stenta a tornare il 38% degli italiani. Mentre le gite enogastronomiche sui territori non convincono il 45% delle persone. Le degustazioni sono vissute senza paura solo dal 49% dei cittadini.

6 italiani su 10: stop agli sprechi alimentari

La pandemia ha reso gli italiani più sensibili agli sprechi, con ben il 94% che è diventato attento a evitare di buttare nella spazzatura gli alimenti che acquista.

E torna la gavetta: il 57% degli italiani continua a portarsi il pranzo da casa per consumarlo sul posto di lavoro, a distanza di sicurezza dai colleghi.

Meno pasta e pane fatti in casa

Rientrano alcune abitudini alimentari da lockdown: crollano gli acquisti di due prodotti simbolo delle chiusure in casa, – 26% le vendite di farine e – 13% quelle di uova. 

Arretrano anche i prodotti confezionati che in lockdown avevano fatto segnare un incremento dell’8%. Al contrario, decolla il consumo del fresco: + 27% l’ittico e +7,7% le bevande.

Gli italiani preferiscono gli alimenti green e a ko zero

L’88% degli italiani è disposto a pagare di più per il cibo sostenibile che non inquina, prodotto con logica da economia circolare. L‘83% lo farebbe per avere prodotti tracciabili e il 73% per acquistare una specialità proveniente da un determinato territorio.

I dati di Coldiretti

L’agricoltura nazionale è la più green d’Europa. Ha la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali. In più, la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con Campagna Amica.

E’ leader anche per la sostenibilità, con appena il 7,2% di tutte le emissioni di gas serra prodotte a livello nazionale. Contro il 44,7% dell’industria e il 24,5% dei trasporti nel 2020.

Ed è leader a livello europeo, infine, per le emissioni: pari a 30 milioni di tonnellate di CO2. La metà della Francia (76milioni di tonnellate) e largamente sotto i 66milioni della Germania, i 41milioni del Regno Unito e i 39milioni della Spagna.

“A spingere la svolta green spinta – spiega la Coldiretti – è stata la possibilità di diversificare le attività a livello aziendale.  Valorizzando i residui e i sottoprodotti di origine agricola”.

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