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Il comitato ‘Fermiamo il consumo di suolo analizza la situazione di San Benedetto del Tronto. Viste le numerose “ferite urbanistiche/edilizie”, poichè c’è “bisogno di uno scatto di tutta la comunità” rivolge un appello all’Amministrazione Spazzafumo. E chiede la creazione di un tavolo permanente di confronto, aperto a cittadini e associazioni, su tematiche legate all’ambiente e all’urbanistica.

Riportiamo integralmente la nota del comitato.

San Benedetto del Tronto, il comunicato di ‘Fermiamo il consumo di suolo’

“Sono passati pochi mesi dalle elezioni amministrative ma i problemi della nostra città non fanno pause e si ripropongono inesorabili e quotidiani.

Le analisi sono presto fatte e quasi tutte convergono sulla lunga fase di arretramento complessivo della città. Nonchè sulla necessità di produrre un rilancio concreto e morale allo stesso tempo.

Le ferite urbanistiche/edilizie (Villa Bollettini, Hotel Garden, Scuola Curzi, spiaggia di Porto d’Ascoli, ecc.), il selvaggio consumo di territorio, la chiusura della piscina comunale, il Palariviera, il centro Agroalimentare, l’area Ballarin, l’inquinamento atmosferico (polvere sottili) e il traffico automobilistico privato occupante ed asfissiante, le questioni sociali (povertà, casa, lavoro), quelle sanitarie  (strutture territorio e nuovo ospedale), la crisi economica (commercio, turismo, pesca, attività produttive), il semideserto culturale che avanza.

Questa situazione ha bisogno di uno scatto di tutta la comunità. Di un risveglio che può essere attivato ridando cittadinanza alla partecipazione, al confronto democratico, al coinvolgimento dei cittadini e delle loro associazione nella definizione delle scelte strategiche per San Benedetto del Tronto.

Tutto nella consapevolezza che il governo della città imperniato sull’interesse di pochi (holding finanzo-edilizie) ha storicamente determinato un evidente fallimento.

Partendo dalle questioni urbanistiche, e proprio in riferimento agli interventi sull’inquinamento da polvere sottili e sulla viabilità entrambi apparsi sulla stampa, bisogna capire che qualsiasi ambizione di rilancio deve necessariamente passare per l’abbandono della trentennale politica che ci ha condotto e costretto a vivere l’attuale momento di generale sconforto.

Questo è possibile solo assumendo alcune idee guida.

Come ad esempio, la promozione, oltre che della ciclabilità, del TPL e, parallelamente, del disincentivo ai veicoli privati nell’ambito urbano (oltre all’inquinamento atmosferico va considerata l’occupazione dello spazio urbano da parte dei veicoli privati). La scelta del recupero e della rigenerazione urbana in luogo di un’ulteriore insopportabile cementificazione, il rilancio del verde pubblico e privato, la scelta del Parco Marino in luogo di una stasi delle dinamiche attrattive per la pesca e il turismo. La tutela del patrimonio ricettivo fermando la trasformazione privata degli alberghi, la riappropriazione della pratica programmatica, con una visione territoriale (coprogrammazione con i comuni limitrofi), nel definire e organizzare le opere ed i servizi conseguenti.

In buona sostanza crediamo che a tale scopo sia necessario che la nuova Amministrazione si faccia promotrice di un tavolo per il dibattito/confronto che da lunghi anni manca a san Benedetto, e questo deve coinvolgere tutta la città ma, intanto, si può partire approfittando della disponibilità delle varie Associazioni che, variamente, si occupano di temi e istanze come il territorio, la cultura, la solidarietà sociale, la qualità della vita in una città moderna ed europea.

La sfida ce la pone la nostra stessa città, insieme al nuovo che avanza nelle politiche ecosostenibili, nelle direttive europee e adesso anche nazionali (PNRR).

Ci rivolgiamo all’Amministrazione senza dimenticare le forze politiche. Ma soprattutto ci rivolgiamo a tutte le Associazioni che abbiamo incontrato nelle varie iniziative. Come quella che riguarda la necessità di affermare un nuovo ciclo integrato dei rifiuti in alternativa alla semplificazione delle discariche, alla tutela della Sentina, ecc.

Partiamo quindi da qui: chiediamo l’apertura di uno spazio concreto di confronto con l’Amministrazione, solo attraverso la partecipazione sarà possibile un cambiamento.”

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