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Va avanti, con risultati decisamente eccellenti,  il progetto “C19-screendog”, lo studio di cui sono protagonisti cani da rilevamento per il monitoraggio del covid-19.

Un progetto promosso dall’Università Politecnica delle Marche con Area Vasta 3 di Macerata, Assl di Sassari e Università di Camerino. Partecipano anche le associazioni cinofile Progetto Serena Onlus ASD, la sua affiliata Semplicemente cane e Cluana Dog.

Gli animali sono stati addestrati a identificare correttamente i campioni positivi al covid-19 e a discriminarli da quelli negativi. E il loro fiuto finissimo è risultato in grado di riconoscere la positività al coronavirus SarsCoV2: i cani hanno infatti superato brillantemente anche la fase dei test nei drive in. Cioè in situazioni reali.

cani covid 19

Da sinistra: Maria Rita Rippo – Univpm, Andrea Spaterna – pro Rettore Unicam, Gian Luca Gregori – Rettore Univpm, Daniela Corsi – Asur Marche AV3, Franco Dettori – Dipartimento di Prevenzione ASL Sassari

Cani per sostituire i tamponi?

Unicam crede molto nella validità del progetto.

“Alcune recenti ricerche scientifiche pubblicate su riviste internazionali prestigiose – si legge nel sito – hanno dimostrato che i cani da rilevamento sono in grado di riconoscere, con sensibilità e specificità, comparabile a quella dei migliori test diagnostici, campioni di sudore ascellare prelevati da soggetti positivi al Sars- Cov2. L’uso dei cani offre notevoli vantaggi. Tra questi la possibilità di esaminare efficientemente centinaia di persone in aree estese, ad esempio negli aeroporti, negli stadi o più semplicemente scuole o Università. I sistemi di rilevamento canini, oltre ad essere straordinariamente sensibili, sono spontaneamente mobili. I cani, infatti, possono sentire la traccia odorosa direttamente dalla sua fonte e sono capaci di muoversi verso di essa. Non vi sono finora strumenti conosciuti che abbiano tutte queste caratteristiche indispensabili”.

Nel corso dello studio sono stati raccolti campioni di sudore di persone positive nei drive in di Sassari e di Area vasta 3. Questi campioni sono stati utilizzati per l’imprinting dei cani. Successivamente gli animali sono stati addestrati a riconoscere i campioni positivi e a segnalarli, sedendosi.

I risultati sono stati presentati dalla Politecnica delle Marche. In 5 mesi il test è stato utilizzato per 1.251 soggetti, tra vaccinati e non: la sensibilità dei cani specializzati nel rilevare il covid19 è risultata valida tra il 98% e il 100% dei casi. Risultato certamente straordinario.

cani covid 19

Tabella con la comparazione dei risultati dei test eseguiti

Fonte delle foto e delle informazioni: Università Politecnica delle Marche.

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