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I simulacri della Processione del Cristo Morto tornano ad essere esposti. Già da qualche giorno sono stati collocati ai lati della navata centrale della Basilica di San Bernardino, a L’Aquila. I simulacri, in gran parte realizzati da Remo Brindisi o su suo disegno, sfileranno nel sacro corteo del Venerdì Santo, alle 20.

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Il Cristo Morto adagiato sul catafalco, opera dello scultore Remo Brindisi

Tutti i 17 simulacri non venivano esposti al pubblico dal 2019. Lo scorso anno, nella Settimana Santa, furono portate all’interno della chiesa francescana solo le statue della Vergine Addolorata, dell’Angelo con il calice e del Cristo morto adagiato sul catafalco. E la tradizionale Processione si trasformò. Furono infatti i fedeli, singolarmente e opportunamente distanziati, che alle 20 del Venerdì Santo, si recarono nella Basilica per un omaggio silenzioso. E sfilarono davanti alle tre opere di Remo Brindisi posizionate nella navata centrale.

Quest’anno, con il parere favorevole della Cei e l’assenso del Prefetto, il corteo del Cristo Morto tornerà a sfilare lungo le vie del centro storico. Il percorso sarà quello consueto. Basilica, via San Bernardino, piazza Palazzo, via Marrelli, piazza Duomo (costeggiando Cattedrale, chiesa del Suffragio, Banca d’Italia), corso Vittorio Emanuele, via San Bernardino e sagrato della Basilica.

La Scorta d’onore del Cristo Morto sarà composta dai Volontari Abruzzesi Sangue – Fidas de L’Aquila; il Coro del Venerdì Santo eseguirà il Miserere di Selecchy. Chiuderà il rito l’arcivescovo metropolita di L’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi.

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L’Angelo con il calice, opera di Remo Brindisi

La Processione del Cristo Morto a L’Aquila

“La Processione – scrive la giornalista Federica Fardanasce nel 1954 per iniziativa di Nicola Roccioletti, un aspirante frate che non prese però mai i voti e si dedicò alla “sua” creatura.
Il culto del Cristo Morto a L’Aquila risale quasi alle sue origini: se ne organizzavano 4, una per ogni quarto. Un’usanza soppressa nel 1768 a seguito del regio provvedimento di re Ferdinando IV di Borbone che vietò tutte le processioni pomeridiane e notturne per motivi di ordine pubblico. Su suggerimento dell’allora Soprintendente ai Monumenti, Raffaele Delogu, Roccioletti e i frati si rivolsero a un artista contemporaneo per caratterizzare la Processione con tutti i simulacri di arte moderna.

L’artista scelto fu Remo Brindisi, pittore di origini abruzzese per parte di padre e tra i massimi esperti del REALISMO di quel periodo.

Remo Brindisi si contornò di una squadra di collaboratori formata dal padre, l’ebanista Fedele, e dagli artigiani e artisti aquilani emergenti come Dora Arduini, Claudio Papola e Saverio Mazzeschi.
E fu Fedele Brindisi a realizzare la statua del Cristo morto. Il figlio Remo non fu soddisfatto del colore dato nel 1954 e così l’anno dopo si presentò a L’Aquila con un’aringa arrosto, notata in una rosticceria di Milano: era quello il colore definitivo che poi assunse.

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La Vergine Addolorata, opera di Remo Brindisi

Particolare è la Vergine Addolorata. Ha una veste corta e scollata, che lascia intravedere le gambe e il collo, mentre il velo sul retro ha un’ala alzata. E’ per dare l’idea della fretta della Donna nel correre a vedere il Figlio in croce. La Madonna è corredata di un cuore rosso opera dell’artista Lucio Fontana donato nel corso degli anni da una benefattrice.
I 17 simulacri di Brindisi, infatti, furono completati nel corso di un decennio e furono finanziati da contributi volontari che ricercava lo stesso Roccioletti. Il Cristo fu offerto dal Comune, Curia e famiglie nobiliari cittadine.
L’aureola d’oro sul capo dell’Angelo, al pari delle altre due che cingono i volti del Cristo e della Madonna, fu offerta dagli aquilani emigrati d’America e realizzata dall’orafo Armando Di Rienzo di Scanno nel 1960.

Per la colonna sonora, Roccioletti si impossessò della partitura de Il Miserere composto da Selecchy per la Processione di Chieti e la affidò al maestro aquilano Paolo Mantini per rielaborarla creando una quarta voce per le donne”.

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