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Dopo una riunione a Roma si passa alla realizzazione del dossier. San Vittore alle Chiuse, l’abbazia a pochi  passi dalle Grotte di Frasassi, fa parte di un progetto che ne include altri sette in Italia.

San Vittore alle Chiuse in corsa per il riconoscimento Patrimonio Unesco

Prosegue il percorso per candidare all’Unesco gli insediamenti benedettini altomedievali in Italia. Il progetto, avviato nel 2016 con l’inserimento nella lista propositiva dell’Unesco, è promosso dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese e include otto contesti paesaggistici e monumentali. Tra questi c’è anch la splendida abbazia di San Vittore alle Chiuse di Genga.

Il sindaco di Genga Marco Filipponi ha partecipato a Roma alla riunione al Ministero della Cultura con il ministro Gennaro Sangiuliano per la presentazione del dossier di candidatura all’Unesco.

“Nell’incontro con il ministro Sangiuliano – spiega il sindaco Filipponi – abbiamo capito  quanto lo stesso Ministro crede nel progetto di candidatura a cui da tempo stiamo lavorando. Sangiuliano ci ha chiaramente detto che i tecnici del Ministero della Cultura hanno avviato il percorso di sostegno al dossier di candidatura, con la supervisione del Sottosegretario Gianmarco Mazzi, che ha la delega per l’Unesco. Non potevamo aspettarci propositi migliori. Ho personalmente ringraziato il Ministro per quanto fatto sinora e per i propositi manifestati”.

San Vittore alle Chiuse

Un momento dell’incontro al Ministero della Cultura

Il progetto degli insediamenti benedettini altomedievali in Italia

L’abbazia di San Vittore alle Chiuse nasce come chiesa conventuale benedettina di un complesso monastico documentato fin dal 1007. La sua edificazione dovrebbe risalire al periodo 1060-1080 e nonostante i pesanti restauri novecenteschi mostra ancora la spettacolare articolazione volumetrica originale.

In “corsa” per il riconoscimento, oltre all’abbazia di San Vittore alle Chiuse, ci sono il monastero di Subiaco, quello di Montecassino. Poi San Vincenzo al Volturno, San Pietro al Monte a Civate, Sacra di San Michele, Sant’Angelo in Formis, Santa Maria di Farfa.

Il progetto di candidatura mira a testimoniare, attraverso l’insieme degli otto complessi, la nascita del fenomeno benedettino in connessione con l’evoluzione dell’architettura religiosa. E con la trasmissione del sapere in Europa. Il percorso di candidatura condiviso con gli organi politici prevede l’invio a Parigi del dossier completo nel 2026 per la valutazione finale nel Comitato del Patrimonio Mondiale del 2027.

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