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Barbara Teresi si è aggiudicata il riconoscimento che si conferisce a Civitanova Marche nel nome dell’illustre concittadino Annibal Caro per la traduzione dall’arabo di “La casa dei notabili” di Amira Ghenim. La Giuria Tecnica ha assegnato il suo Premio ex aequo ai finalisti Maurizia Balmelli e Tommaso Pincio. Premio alla carriera a Riccardo Duranti e Premio Antonio Prenna al festival BookMarchs-L’altra voce. 

Premio Annibal Caro: la vincitrice è Barbara Teresi

“Dedico questo premio a mia mamma che mi ha insegnato l’amore per la lingua italiana. Ma anche ad Amira Ghenim e a tutte le letterature cosiddette minori che minori non sono”. È questa la dedica di Barbara Teresi vincitrice della settima edizione del premio che porta il nome dell’illustre traduttore dell’Eneide di Virgilio nato a Civitanova Marche.

La sua traduzione dall’arabo di “La casa dei notabili” della scrittrice tunisina Amira Ghenim ha convinto i giurati che in questi mesi si sono raccolti attorno al progetto, ben 180 i votanti. Gli altri due candidati della terna finalista si sono aggiudicati ex aequo il Premio della Giuria Tecnica: Maurizia Balmelli, per la traduzione dall’inglese di “Il passeggero” di Cormac McCarthy e Tommaso Pincio per la traduzione dall’inglese di “Cassa 19” di Claire-Louise Bennett.

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I tre vincitori del Premio Annibal Caro: Tommaso Pincio, Barbara Teresi e Maurizia Balmelli

“La questione dell’arabo è complessa – commenta Teresi perché esiste una lingua forbita e letteraria ma ogni paese ha una lingua colloquiale. La protagonista di questo romanzo è sicuramente la Tunisia nelle sue tante sfaccettature. Ghenim fa emergere una Tunisia più autentica con i conflitti ideologici e culturali che hanno animato il paese già dagli anni ‘30. Per questo ho trovato importante mettere in luce il dibattito pubblico sulla questione della donna con il grande protagonista “in absentia” Taher al Haddad. Lui si è battuto per i diritti degli oppressi in senso ampio. L’autrice voleva rendergli omaggio perché tutte le donne tunisine hanno un debito nei suoi confronti. Questo è un romanzo femminista.

Premio ex aequo Giuria Tecnica a Tommaso Pincio, per la traduzione dall’inglese di “Cassa 19” di Claire-Louise Bennett.

“Questo – racconta Pincio, alla sua seconda finale – è un libro ricchissimo. E’ un libro di formazione, autobiografico, il racconto di come lei è diventata scrittrice. Spiega che rapporto ha con i libri, con le parole, con il leggere a tutti i livelli, a partire dal semplice girare la pagina  È un grande labirinto, ma con Bennett mi sono trovato a confrontarmi con una persona la cui testa funziona come la mia. Ho trovato una affinità, mi sono trovato come a casa”.

Premio ex aequo Giuria Tecnica a Maurizia Balmelli, per la traduzione dall’inglese di “Il passeggero” di Cormac McCarthy.

“Il passeggero” è il testamento letterario di uno più grandi scrittori americani contemporanei, insieme al successivo “Stella Maris”. “McCarthy – spiega con emozione Balmelli – sapeva che questi erano i suoi due ultimi libri. Il passeggero è una sorta di compendio del suo percorso artistico, è il libro in cui disvela la sua natura profonda di artista. Di un’arte che si coniuga alla mistica. La particolarità di questi due libri è che per la prima volta in 26 anni di carriera l’editore mi ha detto che avrei potuto fare una pagina di ringraziamenti, perché ho avuto tanti consulenti”. 

Il Comitato promotore del Premio Annibal Caro è composto da Federica Alessandri, Anna Maria Domenella, Maria Grazia Baiocco, Rosetta Martellini, Lorella Quintabà.

L’organizzazione generale è curata da La Fabrica Teatro.

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