Con l’obiettivo di incentivare l’occupazione stabile tra i più giovani, lo Stato ha rilanciato il Bonus Giovani Under 35, estendendo e aggiornando le regole per le assunzioni e le trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Ma tra nuovi requisiti, scadenze e dettagli da non sottovalutare, conviene capire bene come funziona.
Cosa prevede il bonus Giovani Under 35: regole, soggetti e modalità
Il Bonus Giovani Under 35 — introdotto dal Decreto Coesione (DL 60/2024) — è pensato per agevolare le imprese che assumono giovani con meno di 35 anni (non compiuti) che non abbiano mai avuto un contratto a tempo indeterminato. L’incentivo consiste nell’esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, per un periodo massimo di 24 mesi.
Le assunzioni o trasformazioni ammesse sono quelle effettuate tra il 1° settembre 2024 e il 31 dicembre 2025. Per i lavoratori assunti, la qualifica ammissibile è quella di operai, impiegati o quadri: restano esclusi dirigenti, lavoratori domestici e contratti di apprendistato.
Per le imprese, l’invio della domanda per ottenere il bonus avviene tramite il “Portale delle Agevolazioni” (ex DiReScO) dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS): il modulo è attivo dal 16 maggio 2025.
Nel dettaglio, l’incentivo prevede un esonero contributivo di fino a 500 euro mensili per ciascun lavoratore assunto. In alcune aree — le cosiddette Zone Economiche Speciali (ZES — tipicamente regioni del Mezzogiorno) — l’importo può salire fino a 650 euro al mese.
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Le novità 2025: l’incremento occupazionale netto come requisito dal 1° luglio
Dal 1° luglio 2025 cambia una regola fondamentale: per ottenere il bonus non basta l’assunzione di un giovane under 35, ma l’azienda deve dimostrare un reale incremento occupazionale netto. In pratica, l’assunzione non può sostituire un precedente lavoratore, ma deve aumentare il numero complessivo dei dipendenti rispetto alla media dell’anno precedente.
Questo significa che molte imprese — soprattutto quelle di piccole dimensioni o soggette a turnover — dovranno valutare se il bonus è effettivamente conveniente o se rischia di essere negato. Inoltre, la domanda per il bonus maggiorato (650 euro) nelle ZES deve essere presentata prima dell’assunzione: la norma è stringente e non ammette deroghe.
Quali opportunità — e quali limiti — per giovani e aziende
Per un giovane under 35 in cerca di lavoro, il Bonus Giovani Under 35 rappresenta un’occasione concreta: con un datore di lavoro incentivato, aumenta la probabilità di trovare una posizione stabile, magari evitando contratti precari o stagionali. Per molte imprese, è invece un aiuto economico reale: risparmiare sui contributi può rendere sostenibile un’assunzione stabile, anche in periodi economicamente complessi.
Ma la novità dell’obbligo di incremento occupazionale netto pone delle sfide. Per le aziende: significa che non basta sostituire un lavoratore, serve crescere; per i giovani: significa che il bonus può dipendere da parametri aziendali, non solo dalla propria situazione.
Ne deriva che il Bonus, pur essendo un incentivo importante, non è una garanzia automatica: serve attenzione, comprensione delle regole e — per le imprese — una pianificazione reale.
Il contesto generale: perché nasce il bonus e cosa cerca di contrastare
L’Italia — come molti altri paesi europei — ha un problema di disoccupazione giovanile e di precarietà diffusa, spesso aggravata da contratti brevi, stagionali, o dal ricorso eccessivo a forme di lavoro temporaneo. Il Bonus Giovani Under 35 vuole essere una spinta verso l’occupazione stabile, in un momento di transizione economica e sociale.
Allo stesso tempo, la normativa cerca di evitare abusi: l’esonero contributivo può essere potentissimo, ma se applicato senza criteri rischia di generare “assunzioni fittizie” o di peggiorare il mercato del lavoro senza creare vera stabilità. Per questo l’Europa — e l’INPS — hanno chiesto il parametro dell’incremento netto, per garantire trasparenza, crescita reale e qualità del lavoro.
Il Bonus Giovani Under 35 — con le novità 2025 — resta un’occasione per riformulare il rapporto tra giovani e lavoro, tra imprese e stabilità. È un incentivo che può fare la differenza, ma non è un’ancora di salvezza automatica: richiede consapevolezza, rigore e responsabilità.
Per i giovani under 35 in cerca di una stabilità vera — non usa-e-getta — è un segnale positivo. Per le aziende, una sfida di programmazione e crescita. Per l’Italia, un piccolo passo verso un mercato del lavoro più inclusivo e sostenibile.









