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Con un post sui social il 2 dicembre 2025, Danilo Gallinari — ala-pivot italiano, volto del basket internazionale, icona per molti tifosi — ha annunciato il suo ritiro: “È stato un viaggio incredibile”, ha scritto, ringraziando compagni, allenatori, famiglia e tifosi. In un attimo, un pezzo di storia del basket italiano e internazionale si chiude — ma resta il ricordo di una carriera lunga, intensa, a tratti esaltante.

Una carriera tra Europa e NBA: il “Gallo” Gallinari che ha abbreviato le distanze

Classe 1988, scocca il sogno NBA nel 2008, quando viene scelto al sesto posto nel draft dai New York Knicks. Da lì inizia un viaggio lungo quasi due decenni, con tappe in alcune delle squadre più iconiche: Denver Nuggets, Los Angeles Clippers, Oklahoma City Thunder, Atlanta Hawks, Milwaukee Bucks e altri. In Italia, con la nazionale, ha rappresentato per anni una speranza — con partecipazioni a Europei, Mondiali, olimpiadi, e un ultimo impegno importante all’estate 2025.

La sua carriera non è stata fatta solo di numeri: è stata fatta di resilienza, cambiamenti, adattamenti tra stili di gioco, culture, Paesi — un ponte tra l’Europa e l’America, tra sogni e realtà.

Il ritiro e l’eredità: cosa lascia Gallinari al basket italiano

Con il ritiro di Gallinari, l’Italia perde non solo un giocatore, ma un simbolo: someone che ha dimostrato che dal nostro Paese è possibile arrivare al grande basket globale, restando con i piedi per terra, con dignità, con l’orgoglio di chi sa da dove viene.

Per molti sarà difficile immaginare un “prima” e un “dopo”: compagni, tifosi, giovani di oggi e di domani — il ricordo di Gallinari vivrà nelle statistiche, nelle foto, nelle sfide vinte e in quelle perse. Ma soprattutto nelle storie: di un ragazzo italiano che ha sognato, combattuto e realizzato. E ora, chiudo gli occhi e penso: grazie Gallo, per ogni schiacciata, ogni canestro e ogni batticuore.

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