Quali sono le scuole superiori migliori d’Italia? A dare una risposta aggiornata è Eduscopio 2025, il progetto della Fondazione Agnelli che ogni anno confronta licei, tecnici e professionali sulla base della loro capacità di preparare agli studi universitari o all’ingresso nel mondo del lavoro. L’edizione 2025 è frutto dell’analisi di 1.355.000 diplomati di 8.150 istituti italiani, relativi agli anni scolastici 2019/20, 2020/21 e 2021/22.
Scuole superiori: la nuova classifica Eduscopio 2025, come leggere i risultati
Gli indicatori principali restano due:
• Indice FGA, che combina media dei voti universitari e crediti ottenuti;
• Percentuale di diplomati in regola, utile per valutare la solidità del percorso scolastico.
Per tecnici e professionali la valutazione si basa anche su tasso di occupazione e coerenza tra studi e lavoro.
Le migliori scuole in Italia: dal Nord al Sud
Secondo Eduscopio 2025, il miglior istituto italiano è il Liceo Scientifico delle Scienze Applicate Giovanni Battista Ferrari di Este (Padova). Si distinguono anche il Giovenale Ancina di Fossano (Cuneo) e il Giorgio Dal Piaz di Feltre (Belluno).
Nelle grandi città emergono:
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Milano: Berchet (classico) e Volta (scientifico);
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Torino: Cavour (classico) e l’Agnelli (scientifico paritario);
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Roma: Visconti (classico) e Righi (scientifico);
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Bologna: Galvani e Copernico;
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Firenze: Galileo e Machiavelli;
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Napoli: Convitto Vittorio Emanuele II (classico e scientifico).
La classifica permette alle famiglie di confrontare rapidamente gli istituti e valutare l’efficacia dei diversi indirizzi, dai licei linguistici agli istituti tecnici, fino ai professionali.
Le scuole quadriennali: la novità dell’edizione 2025
Per la prima volta Eduscopio ha inserito un focus sui percorsi sperimentali quadriennali, che nel 2022 hanno portato al diploma 2.112 studenti. L’analisi mette a confronto i loro esiti universitari con quelli degli studenti dei percorsi quinquennali.
I risultati mostrano performance mediamente inferiori per i quadriennali, soprattutto per quanto riguarda la media dei voti agli esami universitari. La differenza nei crediti risultava meno marcata, ma comunque presente.
Il team sottolinea che, senza una revisione strutturale della didattica, un ciclo di studi abbreviato rischia di compromettere la solidità della preparazione.









