Nel vasto teatro dello spazio, a dicembre del 2025 un evento astronomico eccezionale ha attratto l’attenzione di osservatori, astrofisici e semplici appassionati: la cometa interstellare 3I/ATLAS, un oggetto extraterrestre di cui si sa ancora poco, ma che sta offrendo all’umanità una opportunità senza precedenti di indagare la natura fisica e chimica di corpi provenienti da lontano.
Cometa interstellare 3I/ATLAS: Un visitatore oltre ogni confine
La cometa 3I/ATLAS, tecnicamente registrata come C/2025 N1 (ATLAS), è stata scoperta il 1° luglio 2025 dall’Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System (ATLAS) in Cile. La sua traiettoria non è quella ellittica tipica degli oggetti del nostro Sistema Solare, ma una orbita iperbolica, un segno evidente che proviene dallo spazio interstellare, cioè da un sistema stellare lontano dal nostro.
Il nome stesso sintetizza la sua natura: “3I” indica il terzo oggetto interstellare confermato mai osservato dopo i primi due, 1I/ʻOumuamua e 2I/Borisov. Questo fatto la rende un fenomeno estremamente raro, quasi un evento astronomico storico, un po’ come la “stella cometa” che abbina il fascino eterno del cielo alle indagini più all’avanguardia delle scienze spaziali.
Alla scoperta della cometa oltre il Sistema Solare
Osservandola con telescopi terrestri e spaziali, 3I/ATLAS ha mostrato una chioma di gas e polveri che si forma quando il nucleo, composto da ghiaccio e materiali solidi, si riscalda avvicinandosi al Sole. Questa nube luminosa di materiale espulso ha attirato l’attenzione degli astronomi perché contiene molecole come anidride carbonica, monossido di carbonio e altri composti organici, elementi che raccontano la storia della sua formazione.
È stato un lavoro di squadra internazionale: le immagini più nitide sono state acquisite grazie al Telescopio Spaziale Hubble e alle osservazioni di enormi telescopi come quelli del programma Gemini, che hanno rivelato come la cometa stia diventando più luminosa e persino con un bagliore verde dovuto alla presenza di carbonio molecolare nei gas sublimati dal nucleo.
Un messaggero antico della galassia
Uno degli aspetti più affascinanti di 3I/ATLAS è la sua ipotetica antichità. Diversi studi suggeriscono che potrebbe essere ben più vecchia del nostro Sistema Solare, forse con un’età stimata in miliardi di anni molto superiore agli 4,6 miliardi di anni della Terra e degli altri pianeti interni. Questa possibilità apre una finestra unica sulla formazione di sistemi stellari in epoche remote della nostra galassia, rendendola uno dei “fossili” cosmici più preziosi mai osservati.
La sua traiettoria indica inoltre un’origine dall’emisfero celeste meridionale, un dettaglio sorprendente per gli astronomi perché suggerisce che gli oggetti interstellari possano provenire da direzioni diverse da quelle previste in base ai modelli classici di formazione stellare.
L’osservazione nel nostro cielo e l’importanza scientifica
Anche se la cometa non diventerà visibile a occhio nudo nell’emisfero boreale, essa resterà osservabile con telescopi amatoriali e professionali per tutto il periodo in cui attraversa il Sistema Solare, fino a quando la sua traiettoria la riporterà nuovamente nello spazio interstellare.
Per la comunità scientifica, ogni immagine, ogni spettro e ogni misurazione di 3I/ATLAS sono tasselli fondamentali per comprendere come si formano e si evolvono gli oggetti nelle zone più remote della galassia. La sua composizione e il comportamento dinamico possono infatti rivelare differenze sostanziali rispetto alle comete tipiche della nostra orbita, offrendo indizi su processi fisici e chimici che si sono verificati lontano milioni o miliardi di chilometri dalla nostra stella madre.
Perché 3I/ATLAS affascina e sorprende
Nel linguaggio quotidiano la chiamiamo una “cometa interstellare” o una “stella cometa”, ma ciò che 3I/ATLAS rappresenta per la scienza è molto più di una semplice curiosità celeste. È un messaggero dal cosmo, che porta con sé materiale, luce e segreti di un altro angolo della Via Lattea. Ogni nuova osservazione rafforza la nostra comprensione dei fenomeni astronomici più remoti e ci ricorda quanto vasto e ricco di misteri sia l’universo oltre la fragile sfera della Terra.









