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L’associazione fermana Psiche 2000 – familiari e volontari per la salute mentale torna ad intervenire sul difficile stato dell’assistenza sanitaria e riabilitativa per il disagio psichico nell’Area vasta n.4, evidenziando carenze di risorse e di personale che hanno aggravato ulteriormente una situazione, già problematica più volte sollevata e si appella alle istituzioni competenti chiedendo risposte concrete.

 

SITUAZIONE DI GRAVE CARENZA – “Da vari incontri con i soci dell’associazione e con il personale del Dipartimento di Salute mentale – spiega la presidente dell’associazione Angela Pallotti – sono emerse numerose difficoltà, che interessano tutto il servizio territoriale: in particolare i familiari, per lo più anziani, lamentano l’esiguità dei servizi di accoglienza e riabilitativi per i loro figli gravemente malati”. Diverse le criticità sollevate. I centri diurni di Petritoli e Porto Sant’Elpidio, fa notare la onlus, hanno ridotto i tempi di accoglienza e le attività per mancanza di personale e gli educatori professionali vengono spesso spostati da un centro all’altro, con conseguente discontinuità degli interventi, e inoltre il loro contratto è in scadenza a fine aprile: come si garantirà la continuità del servizio agli ospiti? Si profila il rischio di una sua sospensione?

PIU’ SOSTEGNO ALLE STRUTTURE – Psiche 2000 solleva anche la difficile situazione del reparto di psichiatria dell’ospedale Murri di Fermo e del servizio ambulatoriale del Dipartimento di Salute Mentale, dove i medici andati in pensione non sono stati rimpiazzati e gli infermieri rischiano di essere spostati ad altri settori; inoltre, al Dsm non è ancora stato assunto uno psicologo, da tempo previsto nella pianta organica, come avviene negli altri dipartimenti. L’associazione infine, esprime amarezza ricordando che a Porto Sant’Elpidio è stato predisposto da anni un appartamento per un gruppo di utenti psichiatrici, ma la mancanza di un educatore ha reso impossibile l’avvio di quest’esperienza così importante per il ritorno all’autonomia e alla socialità.

APPELLO URGENTE ALLE ISTITUZIONI – “Tutto ciò – aggiunge la presidente Angela Pallotti – avviene in un momento in cui il disagio mentale sta crescendo in maniera esponenziale, psicosi, attacchi di panico, depressioni, nevrosi, disturbi del comportamento alimenta, I medici di base tamponano le forme più lievi, ma sono quasi duemila le persone che sul nostro territorio fanno ricorso al servizio psichiatrico pubblico. Gli psichiatri non riescono a far fronte a tutte le richieste di aiuto e sono costretti a limitare il loro intervento alle urgenze, riducendo sedute individuali e tagliando le terapie di gruppo”, inoltre quello che l’associazione invece richiede è proprio l’avvio di un gruppo ama (auto-mutuo-aiuto) per ragazzi dai 18 ai 35 anni, con il coordinamento di una psicologa e del Dsm, per rimuovere forme di isolamento e di blocco relazionale, favorendo l’autonomia e il reintegro nella vita sociale.