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ANCONA – Nella notte, la Digos e i Ros dei carabinieri, nell’ambito di una indagine nazionale,  hanno operato diversi arresti per gli scontri avvenuti il 15 ottobre a Roma. Al momento si parla di 7 arresti domiciliari e di 6 obblighi di dimora, oltre a 14 perquisizioni, a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche, Padova. Tra gli arrestati ci sarebbe anche Davide Rosci, militante di Azione Antifascista Teramo, primo dei non eletti alle ultime elezioni comunali a Teramo nelle liste di Rifondazione Comunista. A confermarlo è stato l’avvocato Filippo Torretta. In provincia di Teramo sono altri tre ad essere stati posti ai domiciliari secondo quanto deciso dalla Procura di Roma. Si resta in attesa di ulteriori aggiornamenti

.AZIONI VIOLENTE PIANIFICATE E ORGANIZZATE – E’ quanto sostenuto dal procuratore aggiunto di Roma, Pietro Saviotti, che coordina le indagini su quanto avvenuto sabato 15 ottobre 2011, nel corso della manifestazione degli indignati a Roma. “Siamo in presenza – afferma Saviotti – di comportamenti studiati, di azioni tattiche di scontri urbani preventivati e organizzati. Una forma di strumentalizzazione di una manifestazione pacifica, l’uso della manifestazione come contesto idoneo ad ostacolare la pubblica difesa”.

CONTROLLI ANCHE NELLE MARCHE – Ad Ancona e provincia gli uomini della Digos hanno sequestrato nel corso delle indagini, documenti ritenuti “interessanti”, alcuni caschi e mazze, una quindicina di fumogeni nelle abitazioni di sei-sette esponenti dell’area antagonista, che risiedono nel capoluogo, a Senigallia e Agugliano. Tra il materiale recuperato anche un bossolo dei lacrimogeni sparati dalle forze di polizia per disperdere i black bloc. Le persone sottoposte a perquisizione – tutte fra i 22 e i 43 anni – hanno preso sicuramente parte alla manifestazione, ma per stabilire se siano state o meno fra i protagonisti degli incidenti bisognerà incrociare i dati raccolti con altri accertamenti. Accertamenti congiunti di polizia e carabinieri in provincia di Ascoli Piceno. Setacciati in particolare gli ambienti nel capoluogo Piceno e San Benedetto del Tronto, ma gli accertamenti non hanno dato esiti.

QUESTA NOTTE IL BLITZ – All’esecuzione dei provvedimenti fuori provincia hanno partecipato le locali articolazioni della Digos e del Ros. In particolare sarebbe stato preso di mira “un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all’interno del quale erano inseriti esponenti dell’area antagonista e di «azione antifascista Teramo», cui viene attribuito l’assalto e l’incendio al furgone blindato dei Carabinieri, in piazza San Giovanni. In dettaglio:

– 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla PG);

– 4 misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia, nei confronti di esponenti di “azione antifascista Teramo” e delle locali tifoserie;

– 1 misura degli arresti domiciliari ad Ancona;

– 3 misure dell’obbligo di presentazione alla PG in Padova, Cosenza e Macerata, nonché 14 decreti di perquisizione locale e personale nelle medesime località.