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Scott Pillgrim è un ventitreenne fannullone, svampito, senza lavoro, che passa tutto il tempo a giocare ai videogames e a suonare con la sua band. E tutto questo sembra piacergli anche. Da un pò di tempo, però, è ossessionato da una ragazza con i rollerblade che gli appare costantemente in sogno: Ramona, una fattorina che  per consegnare i pacchi sfrutta un’autostrada dell’iperspazio che passa per i sogni di Scott. Nemmeno a dirlo Scott si innamora di Ramona la quale nasconde un passato misterioso: per poter conquistare il suo cuore, il nostro eroe dovrà sconfiggere la lega dei suoi ex-fidanzati malvagi. Da questa premessa nasce la più grande avventura a suon di spade, punti vita, videogame, musica, cazzottoni e 8-bit!

CONSIDERAZIONIScott Pillgrim VS. The World rappresenta un caso unico nelle medie-grandi produzioni americane: è fedele al fumetto da cui è tratto. Ma non fedele perché la storia più o meno somiglia a quella del fumetto o perché qualche personaggio esteticamente e caratterialmente è simile a quelli disegnati da Byan Lee O’ Malley, no, fedele nel senso che il film è la fotocopia del fumetto. Tutto è curato nei minimi dettagli, gli attori sembrano nati solo per interpretare quel ruolo in questo film e l’atmosfera, l’epicità, i tempi comici e tutto quello che nel fumetto è presente nella pellicola è rispettato. Questo grazie a due motivi: il primo perché la lavorazione del film è stata supervisionata dal fumettista stesso, il secondo perché alla regia del film (l’idea del film su questo fumetto parte da lui) c’è Edgar Wright, regista nerd per eccellenza che, in ogni suo film, ha dimostrato talento, genialità e freschezza registica, dimostrando devozione per quella cultura pop che modella in ogni suo film. In più Edgar Wright è un fan della serie da cui il film è tratto, quindi è un prodotto fatto da un fan per i fan e non poteva uscire di meglio.

L’elemento che poteva essere difficile da rappresentare nel film era la “logicità” del contesto in cui la pellicola si muove: infatti l’ambientazione del fumetto è la città di Toronto, nel presente, dove tutto è uguale a come lo conosciamo noi. Non c’è nessun elemento che faccia pensare che la storia prenda pieghe di genere fantastico. Sembra anzi di leggere una commedia per sedicenni. Poi, di punto in bianco, arrivano ninja, ex-ragazzi malvagi con poteri psichici, Scott che fa combo con punti come in un videogame, punti vita e salvataggi sparsi in giro, nemici che una volta sconfitti si trasformano in monetine come nel più classico dei videogiochi e tanti bit sparsi qua e là. Tutto questo nella totale normalità: nessuno nel fumetto si domanda del perché accade tutto ciò, lo si da per assodato.

Nel film tutto questo poteva essere difficile da trasporre in girato senza cadere nel ridicolo, ma Edgar Wright, che in tutto ciò ci sguazza a meraviglia, ha saputo creare una sceneggiatura e un unicum tale da farci accettare tale situazione. E da li ci manovra come vuole, proponendoci il film più fantastico e riuscito di sempre. Per gli amanti dei videogiochi, dei fumetti e della cultura pop e delle sue citazioni questo è un film che non va perso, in quanto il regista sembra capire cosa piace agli spettatori e glielo propone nel migliore dei modi possibile.

L’unica nota negativa in tutto questo è che il film fu tanto atteso che fecero delle proiezioni in america prima della data di uscita ufficiale. Questo ha permesso il crearsi di pirateria e di pareri contrastanti nel pubblico (che si sa, quanto si aspetta talmente tanto una cosa poi quando la si ottiene non è mai come ce la aspettavamo) che ha impedito l’incasso sperato dalla produzione, diventando, però, un film cult osannatissimo che ha ammortizzato i soldi persi al botteghino con le copie in dvd.

PIACERÀ – a tutti: ai fan del fumetto e a non.

NON PIACERÀ – a nessuno, solo a chi non piace neanche lontanamente i film fantastici.

 

SCOTT PILLGRIM VS. THE WORLD

REGIA Edgar Wright

SCENEGIATURA Edgar Wright, Micheal Bacall

ANNO 2010

CON Micheal Cera, Mary Elizabeth Winstead, Allison Pill, Satya Bhabha, Chris Evans, Brandon Routh