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ASCOLI PICENO – In occasione dei 40 anni di Conad Adriatico, un ospite d’eccezione è giunto in città. Stiamo parlando dell’ex allenatore del Milan e della Nazionale Arrigo Sacchi. In rossonero l’allenatore romagnolo vinse due coppe dei Campioni, due coppe Intercontinentali, due Supercoppe Europee e uno Scudetto. Alla guida dell’Italia arrivò ad un passo dalla gloria, ma perse la finale mondiale a Usa 1994 ai rigori contro il Brasile.

ASCOLI NON PORTA BENE – Sacchi confessa di essere venuto un paio di volte ad Ascoli, e ricorda di non aver avuto molta fortuna: “Una volta venni durante una coppa Italia e persi quando allenavo a Parma. In campionato, alla guida del Milan, mi ricordo che venne espulso Gullit. Ne approfitto per dire che lo stadio Del Duca non è moderno, ed è solo un eufemismo. Non avevo mai avuto modo di vistare la città che è davvero splendida”.

IL CREDO DI ARRIGO – “Puoi avere i più grandi giocatori a disposizione, ma se non c’è un’idea di gioco, loro non sapranno mai esprimersi.” Sacchi cita l’esperienza di Madrid, quando era direttore tecnico. Lì c’erano campioni del calibro di Figo, Zidane, Roberto Carlos, Casillas, eppure esistevano grosse difficoltà”. “Tutto dipende dalle persone che hai a dispozione – prosegue Sacchi, che devono essere affidabili, intelligenti e perché no anche con una certa cultura”.

I MOMENTI PIU’ BELLI – “Saranno due gli episodi che ricorderò sempre nella mia carriera: il primo riguarda la mancata promozione in serie A con il Parma. Il secondo si riferisce al 1990, quando il Napoli, pur giocando peggio del Milan, vinse lo Scudetto. Bè in entrambe le circostanze, fui portato in trionfo dai miei tifosi”.

JUVENTUS E PESCARA – “Non me ne voglia il Milan, ma la squadra più divertente della serie A quest’anno è stata la Juventus. Una formazione in cui il miglior marcatore ha messo a segno 10 reti(Matri), fa capire come tutti servono ma nessuno è indispensabile – dichiara Sacchi – In serie B il Pescara mi ha entusiasmato. Si vedeva che c’era l’impronta di Zeman”.

CAMPIONI DEL MONDO 2006 – “In Germania quando siamo diventati Campioni del Mondo, c’era uno spirito di squadra che dovrebbe essere da esempio per tutti – illustra Sacchi – In quel periodo esplose calciopoli, e la gente non voleva che la squadra partisse. Allora i giocatori e tutto lo staff misero da parte gli arrivismi e i protagonismi inutili, poi sappiamo tutti quello che è successo”.

EUROPEI 2012 – “Non me la sento di fare pronostici, mi auguro solo che la Nazionale disputi un buon Europeo – è criptico l’ex ct azzurro in vista dell’esordio odeirno degli azzurri contro la Spagna. Arrigo Sacchi dal 2010, è coordinatore tecnico delle Nazionali giovani, dall’Under 21 all’Under 15. A tal proposito, alla domanda se ci sono nuovi talenti nostrani al livello calcistico, Sacchi è categorico. “Quando ero a Madrid, i tifosi e i giornalisti reclamavano i giocatori provenienti dal settore giovanile delle squadre, la cosiddetta “cantera”. In Italia non mi è mai pervenuta questa richiesta quindi, se non c’è domanda, non c’è offerta”.