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CUPRA MARITTIMA – Cupra teatro d’estate giunge all’ultima serata; sabato sul palco dello stabilimento balneare La Sirenella salirà la compagnia il teatro dei Picari di Macerata. Dopo la serata conclusiva, sarà compito della giuria stilare i verdetti: il comitato organizzatore avrà una settimana di tempo per sancire i vincitori dei premi come miglior esibizione e miglior attore protagonista.
IL TEATRO DEI PICARI – “Il Diavolo con le zinne” di Dario Fo sarà la commedia messa in scena dal cast maceratese, seguito dalla regia di Francesco Facciolli. La rappresentazione, nata nel 2007, ha fatto collezionale al teatro dei Picari premi come miglior regia, migliore attrice con Scilla Sticchi, quello  del gradimento del pubblico al festival di Pesaro, mentre al festival di Gorizia sono arrivati i premi per la regia, la miglior attrice protagonista, l’allestimento, il gradimento del pubblico e il miglior attore non protagonista a Leonardo Gasparri.

LA TRAMA – “‘In questa commedia tratto della giustizia, delle trappole, della corruzione politica e sociale come male incarnato nella nostra tradizione, la chiave grottesca dello sghignazzo domina. Canti, balli e un linguaggio reinventato tra onomatopea e grammelot rimandano ad origini culturali diverse…Il lavoro va avanti in un crescendo di comicità, in una girandola di Cardinali corrotti, falsi testimoni, serve e diavoli in supposta.’ Con queste parole, Dario Fo presenta la sua opera Il Diavolo con le Zinne e da queste parole il teatro dei Picari è partito per il suo allestimento. Il teatrino del potere – o meglio: dei poteri – è al centro della scena. La lotta utopica e romantica del giudice Tristano contro le ingiustizie e le corruzioni è come l’estremo e caparbio tentativo di un uomo coraggioso di non soccombere, di non dover subire passivamente l’abitudine al malaffare e all’inciucio. I burattini sulla scena e i fantocci in platea sono un simbolo, una metafora della nostra condizione di pupazzi, di automi condizionati e manovrati da altri, condannati ad una vita di passività e immobilità. Sballottati tra un potere e l’altro siamo incapaci di agire e di reagire. Le scene, i costumi, le maschere: tutto contribuisce a rappresentare il caos vorticoso e la routine deformata in cui siamo costretti a vivere”.