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ANCONA – Ben 7 punti su 11 campionati nelle Marche sono risultati “fortemente inquinati” secondo quanto emerso dalla fotografia scattata con il monitoraggio dei biologi di Goletta Verde di Legambiente: dalla provincia di Pesaro a quella di Ascoli Piceno, si evidenziano delle consistenti falle nel sistema depurativo regionale, attualmente ancora lontano da garantire un’adeguata copertura del servizio per tutti i cittadini, con tutti i rischi ambientali e sanitari che ne conseguono. Sotto accusa ancora una volta foci dei fiumi e canali, che dimostrano le carenze depurative soprattutto dei comuni interni. Inoltre il 47%  dei marchigiani ancora non è servito da un sistema di trattamento efficiente: la regione si piazza al terzo posto tra le regioni peggiori d’Italia. È questo il monito lanciato da Goletta Verde, la celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati.

LE PAROLE DI LEGAMBIENTE – “I dati emersi dal monitoraggio di Goletta Verde dipingono una Regione a doppia velocità. Tanto è stato fatto sulla depurazione nei comuni costieri marchigiani – affermano Luigino Quarchioni, Presidente di Legambiente Marche e Leonello Negozi, Responsabile fiumi Legambiente Marche – ma molto resta da fare. I fiumi, al contrario, devono essere protagonisti di politiche mirate ad una tutela ambientale declinata a 360 gradi, che intervenga dalla depurazione alla tutela del territorio, fino alla mitigazione del rischio idrogeologico ed al contenimento del processo dell’erosione costiera. Per attenuare appunto il rischio idrogeologico –, continuano Quarchioni e Negozi -, serve invece una politica integrata che tuteli i fiumi e le aree golenali attraverso interventi di riqualificazione e rinaturalizzazione, passando anche attraverso processi di partecipazione di tutti i soggetti interessati, cittadini, istituzioni, enti e associazioni ambientaliste e di categoria, con l’attuazione di strumenti quali i contratti di fiume che già in altre parti d’Italia stanno dando risultati molto positivi. Su questo – concludono Quarchioni e Negozi – chiediamo un impegno della Regione per incentivare e promuovere la loro diffusione anche nel territorio marchigiano”.

I PUNTI CRITICI – A partire dalla provincia di Ancona, nel comune di Falconara Marittima, dove in località Rocca Priora, la Foce Esino è risultata fortemente inquinata. Nella provincia di Macerata, sono stati campionati due punti classificati fortemente inquinati. Il primo, nel prelevato presso la Foce del Chienti dove, al momento del prelievo erano presenti abbondanti schiume che sfociavano direttamente a mare. Il secondo punto, anch’esso indicato come fortemente inquinato, è stato esaminato nel comune di Porto Recanati. Ancora due situazioni critiche, di cui una nella provincia di Fermo ed una nel canale che segna il confine tra Fermo ed il comune di Porto San Giorgio, in località Lido Fermo – Via lungomare Fermano, che è risultato fortemente inquinato oltre ad essere caratterizzato da un forte odore di fognatura. Nella provincia invece, si evidenziano valori batteriologici off limits nel Fosso dell’Albero, che ricade nel comune di Porto Sant’Elpidio in Viale Mameli, tali da far giudicare le acque fortemente inquinate. Non migliora la situazione nel comune di San Benedetto del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Il campionamento eseguito alla Foce del Tronto indica che le acque, molto torbide al momento del prelievo, sono fortemente inquinate, e nella zona adiacente al fiume viene segnalata una consistente presenza di rifiuti di ogni genere. Ancora guai nella provincia di Pesaro-Urbino, dove nel comune di Fano, l’esame realizzato in località Via Moletto, sulla Spiaggia in corrispondenza foce del torrente Arzilla, ha riportato livelli batteriologici superiori alla norma di legge ed è pertanto stato segnalato come fortemente inquinato.