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MONTEFIORE DELL’ASO – Ieri sera il festival “Sinfonie di cinema” ha ospitato il regista Marco Tullio Giordana, con cui Giancarlo Basili ha intrattenuto una conversazione dopo la proiezione del film “Romanzo di una strage”, vincitore di diversi David di Donatello.

GIORDANA – ha affrontato in questa pellicola una delle pagine più buie della Storia del nostro Paese, la strage di Piazza Fontana, l’evento che diede purtroppo inizio al periodo oscuro dove si susseguirono per una decina di anni stragi, attentati, morti per cui ancora non sono stati individuati i reali colpevoli. Mai più titolo è indovinato per un film denso di fatti e interrogativi, in cui una mole di personaggi tessono una trama quasi letteraria, vischiosa e allo stesso tempo rivelatrice, perché come ha ammesso il regista “il cinema è legato al realismo ma l’artista deve interpretare i fatti, cercarne il senso come nella letteratura e nella poesia”.

TEMA DEL FESTIVAL – Quest’anno il tema portante del festival è “il ruolo del produttore” e Giordana ha fatto un plauso al coraggio di Riccardo Tozzi, “un uomo libero che ha resistito ai tentativi di intromissioni, una persona innamorata del film che ha finanziato”. Il regista, sollecitato dalle domande di Giancarlo Basili, direttore artistico del festival e scenografo dl film, ha inoltre parlato del rapporto con gli attori, di quanto siano fondamentali le emozioni che scaturiscono dai provini, della bravura del cast formatosi nell’Accademia di Arte Drammatica, della sintonia che si crea sul set. Un omaggio particolare a Pierfrancesco Favino, che nel film interpreta l’anarchico Cesare Pinelli, per “la sua interpretazione eccezionale, è stato capace di riprodurre il dialetto milanese di sessant’anni fa, quello con cui era cresciuto il personaggio, ma anche la lingua con cui sono cresciuto io”. Giancarlo Basili ha parlato della ricostruzione artigianale, senza particolari effetti digitali, della scena clou del film, l’esplosione della banca nazionale dell’agricoltura, mentre il direttore del suono Fulgenzio Ceccon ha delucidato gli avanzamenti degli ultimi anni nelle tecniche del suono e nell’uso dei microfoni.

TANTE DOMANDE – Non sono mancate domande dal pubblico inerenti i fatti raccontati nella narrazione cinematografica, a cui Giordana ha risposto ricordando che lui non è un magistrato e che il compito del regista è raccontare una storia, “io interpreto i fatti, non farei cinema se mi basassi solo sugli atti giudiziari”.