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In una tranquilla cittadina dell’America degli anni 50, un bambino di nome Hogarth trova un enorme robot di ferro. Inizialmente il robot appare cattivo e minaccioso, ma ben presto si rivelerà buono e gentile: Hogath dovrà proteggerlo dai pregiudizi e dalla malafede degli abitanti della città.

CONSIDERAZIONI Il gigante di ferro è uno di quegli esempi in cui si dimostra che è possibile fare un film d’animazione di spessore (e di alta qualità). La pellicola, infatti, è si una pellicola fatta per divertire il pubblico, soprattutto i più piccoli, con una comicità molto semplice ma enfatizzata dall’animazione facciale dei personaggi, ma è anche una riflessione, non poi tanto celata, della paura che l’America stava avendo nei confronti di una guerra che era invisibile, di cui non si vedevano gli effetti ma si sentiva l’oppressione: la Guerra Fredda. Infatti, contestualizzando il film alla fine degli anni 50, gli sceneggiatori hanno sapientemente sfruttato il personaggio “robot gigante” come “minaccia” per la cittadina dove vive il piccolo Hogarth, specchio della società Americana. Il risultato è un film d’animazione tecnicamente benfatto, sceneggiato molto bene che intrattiene, emoziona e commuove lo spettatore, facendo però anche riflettere lo spettatore più attento. Un ottimo film.

PIACERÀ – a chiunque voglia vedere un film d’animazione fatto con tutti i criteri giusti, che emozioni e diverta lo spettatore, lasciando spazio anche alla riflessione

NON PIACERÀ – difficilmente non piacerà

 

IL GIGANTE DI FERRO

REGIA Brad Bird, Jeffrey Lynch

SCENEGGIATURA Brad Bird, Tim McCanlies

ANNO 1999 CON Eli Marienthal, Jennifer Aniston, Harry Connick Jr, Vin Diesel