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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Presentato un formale esposto contro l’amministrazione comunale “rea di aver infranto, – spiega Daniele Primavera – prima ancora della legge sulla par condicio, quella ovvia regola di correttezza basilare che imporrebbe alle amministrazioni comunali il rispetto del momento elettorale, rispetto che si concretizza, come misura minima, nell’astenersi dall’usare i soldi dei cittadini per una bassa propaganda peraltro vietata”,

A tal gesto non è seguita l’autocensura e la rimozione di tutti i manifesti; d’altro canto dal Comune l’annullamento di una serie di iniziative e conferenze stampa previste in questi giorni perché confliggenti con le norme richiamate dall’esposto. “I manifesti di propaganda istituzionale sono ancora lì – continua Primavera – e dalle notizie che giungono da Agcom e Corecom sembra sia impensabile che questi vengano rimossi in tempi brevi da una ordinanza realmente efficace di qualche ente di vigilanza”.

 

Probabilmente arriverà una sanzione simbolica. “Ci si chiede, a questo punto, a cosa servano le leggi e le autorità di vigilanza se un esposto chiaramente fondato come quello prodotto non produce alcun risultato tangibile, non dico una sanzione pecuniaria, ma almeno l’immediata rimozione della propaganda indebitamente esposta. – riflette – E ci si chiede se queste inefficienze e ritardi, non dipendenti da personale Agcom e Corecom assolutamente collaborativo e corretto, siano invece dovuti all’evidente commistione tra ruolo di controllore e ruolo di controllato, quando la presidenza dell’ente controllante è affidata nientedimeno che a un ex sottosegretario del partito contro i cui esponenti si ricorre.