Articolo
Testo articolo principale

Kolima è un ragazzo che fin dall’infanzia viene educato dal nonno Kuzja ai valori della comunità siberiana: onore, rispetto ma anche amicizia e solidarietà, tutto perpetrato tramite la violenza contro la polizia e le istituzioni, perché i siberiani non rubano per per arricchirsi, bensì per spirito di comunità verso chi non può difendersi: i così chiamati “voluti da Dio”. Tra questi ultimi c’è una ragazza di nome Xenja, affetta da demenza che viene abusata e picchiata da uno sconosciuto individuo mentre Kolima, suo protettore in quanto innamorato della piccola Xenja, si trova a scontare una pena in prigione. Una volta uscito di galera, però, Kolima vuole vendetta e trovare chi ha abusato di Xenja…

CONSIDERAZIONI SU EDUCAZIONE SIBERIANA

Gabriele Salvatores, come anche Giuseppe Tornatore, lo si può considerare un eccezione nel panorama del cinema italiano attuale, al di fuori della mentalità cinematografica attuale.
 I suoi film sono sempre delle pellicole che si distinguono dalle altre per tematiche affrontate e soprattutto per la loro realizzazione, ed Educazione Siberiana non fa eccezione, anche se non è tutto oro quel che luccica. La regia di questo film, tratto dall’omonimo libro di Nicolai Lilin,  si presenta molto curata e dettagliata, quasi maniacale, al fine di realizzare delle riprese perfette dal punto di vista compositivo: Salvatores infatti, complice anche una bellissima fotografia, riesce perfettamente a ricreare, anche a rischio di sfociare nello stereotipo, la Moldavia malfamata e criminale in cui il film è ambientato. Bravi sono, poi, anche gli attori, tra cui spicca Malkovich, che più che recitare bene (cosa che comunque fa, ma a livelli, diciamo, minori rispetto al altre sue performance) interpreta una parte che gli calza a pennello, di quelli in cui basta uno sguardo per dire tutto, tanto la parte sembra fatta apposta per lui. Se da una parte abbiamo una cura tecnica non indifferente, dall’altra, però, incontriamo la grande pecca di questo film: è un film sostanzialmente statico. Spiegando meglio: il film, come anche ovviamente il libro da cui è tratto, affronta temi quali la vita criminale, la difficoltà di vivere in ambienti pericolasi, la morte che è sempre dietro l’angolo, la vita che sembra non essere un diritto bensì una ricompensa, l’amicizia, il rispetto ecc ecc… Temi importanti e di difficile trattazione. Da premettere che questi temi non sono di contorno al film, non sono un sottotesto per ampliare il film, sono al contrario il fulcro del film. La pecca del film, appunto, consiste nel fatto di non riuscire, nonostante la fattura pregevole del girato, a cogliere a pieno l’essenza emotiva di questi temi, non arrivano dritti allo spettatore, e tutto si riduce al raccontare una storia di malavita e a rappresentarla con un grande esercizio di stile. In definitiva, anche ripetendo quanto detto sopra, un bel film su tutti i punti di vista che però si limita a raccontare e non ad emozionare, racconta semplicemente una storia e pecca di enfasi, di patos. Piacerà a chi vuole vedere un bellissimo film d’autore, che tratti temi temi d’attualità e che faccia riflettere. Non piacerà chi vuole vedere un film d’evasione.

EDUCAZIONE SIBERIANA

REGIA Gabriele Salvatores

SCENEGGIATURA Gabriele Salvatores, Stefano Rulli, Sandro Petraglia

ANNO 2013 CON John Malkovich, Peter Stormare, Eleanor Tomlinson