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ASCOLI PICENO – Che nel dna ascolano risiedesse il gene del talento musicale lo dimostrano i noti personaggi che valcano palchi e teatri di tutto il mondo, ma che vi fossero anche degli inusuali talenti di “messa beat” è fatto nuovo e curioso. Con la definizione di “messa beat” viene solitamente indicato, dai collezionisti e dagli esperti musicali, un particolare filone della musica beat sviluppatosi in Italia a partire dalla metà degli anni ’60, caratterizzato dall’associare a testi con tematiche cristiane o, più in generale, religiose, sonorità contemporanee. È così che, a metà degli anni ’60, anche i “capelloni” e le chitarre, dopo aver invaso le strade e i locali di tutta Italia, fanno il loro rumoroso ingresso anche nelle chiese e nelle parrocchie.

Le sonorità beat arrivano anche tra i ferventi cattolici e il fenomeno delle “Messe Beat” si diffonde in tutta la penisola. Ed è nel 1965 che il complesso ascolano de “Gli Amici” pubblica, su etichetta Edizioni Paoline, il disco “Chinati ai tuoi piedi” che, al momento, pare essere l’antesignano della nuova corrente in ambito liturgico e tra i primissimi inni incisi su vinile.

Un gruppo musicale che, molto seriamente, sta riproponendo oggi il repertorio delle messe beat è quello del complesso “Gli Illuminati”, capitanati dagli ascolani Tiziano Tarli, già autore di importanti testi sulla musica degli anni ’60 e Pierpaolo De Iulis. Il gruppo è giunto alla pubblicazione di un secondo album in uscita a giugno e dal titolo Lumen Gentium, e sta già eseguendo concerti in tutta Italia. Il prossimo 29 giugno verrà presentato in anteprima al prestigioso Festival Beat di Salsomaggiore il documentario diretto da Paolo Fazzini, affermato regista ascolano e autore televisivo, intitolato “Che il mio grido giunga a te”.

Attraverso le testimonianze di esperti e protagonisti dell’epoca come Dario Salvatori, Bruno Rukauer – Clan Alleluia, Gegè Polloni – Gli Amici, Benito Urgu – I Barrittas, Giancarlo Martucci – The bumpers, e ovviamente, con l’aiuto del complesso “Gli Illuminati”, il documentario ricostruisce la genesi di questo fenomeno musicale che ha coinvolto e continua a coinvolgere un pubblico estremamente eterogeneo. L’uscita dell’album e del documentario in ambito nazionale rappresentano quindi importanti appuntamenti per proporre autentici talenti marchigiani capaci, ancora una volta, di imporsi in un ampio panorama artistico e musicale.