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Un bel volumotto di 208 pagine che riscalda il cuore nerd. Una copertina dai colori tenui e artisticamente bilanciata con il protagonista della serie… Soccombente sotto un enorme accumulo di macigni. Ai miei occhi di absolute beginners dell’opera di Chadwick l’immagine è sconcertante e incredibilmente ilare. Inizio a leggere e trovo questo omone, se così possiamo chiamarlo, che si è dato il nome di Concrete, Cemento, che pesa un numero immemorizzabile di chili, che siede su una specie di trono fatto di blocchi di calcestruzzo e che è alla ricerca di un assistente perché con le sue mani sassose non può maneggiare nulla. La controindicazione al possedere un corpo mirabolante e dover affrontare la quotidianità, come già ci aveva dimostrato la Cosa dei Fantastici 4. Uno scrittore in crisi accetta l’incarico e coadiuva un’affascinante biologa nella cura e nell’assistenza del colosso, trovandosi così coinvolto in tragicomiche imprese in cui la forza e la resistenza straordinarie del Nostro potrebbero essere risolutive. Per favore, notare il condizionale.

INETTITUDINE E PROFONDITÀ

A mio parere Paul Chadwick, figlio di un procuratore di Seattle, incarna nella sua creatura di cemento la sua stessa inettitudine, creando un essere dotato di poteri eccezionali ma imbranato e piuttosto “sfigato”, che si ritrova suo malgrado a fare più danni che buone azioni, mentre davvero vorrebbe poter utilizzare le doti del suo corpo per aiutare chi è in pericolo e salvare il mondo. Nei primi capitoli infatti (il volume raccoglie le prime storie edite in America dal 1986 per la Dark Horse) assistiamo alle “avventure” di Concrete che si inoltra nei cunicoli di una miniera crollata per recuperare i minatori intrappolati, restandone sepolto (da qui la copertina) o si mette alla prova immergendosi in apnea nell’oceano per provare la propria resistenza, ed altre vicende in cui è coinvolta la profondità, citata nel sottotitolo dell’opera. Solo a metà lettura scopriamo come e perché Ron Lightgow, vero nome di Concrete, scrittore di discorsi per politici, cicciottello e insoddisfatto della propria esistenza, si sia trasformato nel colosso di roccia. Ma questo lo lascio alla vostra curiosità.

EROE DELLA MEDIOCRITÀ

Chadwick grazie a questo titolo ha vinto il premio americano Eisner Awards nel 1989 come scrittore-sceneggiatore e più tardi è stato invitato dai fratelli Wachowski a scrivere la sceneggiatura per i fumetti e per il gioco di ruolo tratti da Matrix. Oltre ad essere una lettura alquanto piacevole e scorrevole, il merito di Concrete, sempre a mio parere personale, è quella di presentare un personaggio eccezionale pieno di limitazioni e mancanze assolutamente umane, che gli impediscono, suo malgrado ripetiamo, di incarnare il mito del supereroe infallibile. Da una parte dunque abbiamo un essere fortissimo e quasi indistruttibile che intenerisce per le sue mancanze e umanità, che fa riflettere sul valore stesso del superomismo e sulla sua realizzabilità, dall’altra abbiamo un lettore che si domanda se infondo non si stia meglio con un corpo di carne e vivere nell’anonimato, piuttosto che dover affrontare tante limitazioni e tante critiche. Concrete rende umano il supereroe e rende supereroi gli umani, è questo un suo merito fondamentale: si contrappone al classico eroe in calzamaglia con la sua imbranataggine, ma non nei suoi valori ideali, e avvicina il mondo fantastico a quello quotidiano con la sua simpatia. Lo Zeno Cosini del Fantasy? Non saprei. Comunque irresistibile.

Titolo: Concrete-Profondità Autore: Paul Chadwick Collana: 100% Panini Comics Pagine: 208 b/n Formato: 17×26 Prezzo: € 18.00

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