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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Riflettori accesi per il Partito Democratico che tra retroscena, imprevisti e sacrifici vede uscire dalle scene anche Felice Gregori, che ha annunciato di rassegnare le dimissioni. Il sindaco Giovanni Gaspari, durante l’usuale conferenza del sabato, ha iniziato in sordina allontanando cannibalizzazioni e polemiche a mezzo stampa, rivendicando piuttosto la libertà dalle questioni per l’importanza del ruolo di primo cittadino che ricopre.

 

L’unica cosa a cui debbo pensare è portare avanti il programma di mandato. – spiega respingendo ogni polemica – Le dimissioni sono scelte individuali”. In prossimità del congresso, il partito sambenedettese che abbraccia un’ampia rappresentanza di popolazione è davvero al centro del dibattito politico per via dell’opposizione che degli stessi iscritti. Oltre ai dissidenti Loredana Emili e Sergio Pezzuoli, le dimissioni di Marco Curzi dal ruolo di assessore allo Sport e alle Politiche Giovanili, anche i Giovani Democratici si sono fatti sentire e, in ultimo, il segretario Gregori.

 

Se per Emili e Pezzuoli il pomo della discordia potrebbe essere identificato nelle lungaggini amministrative e nella vicenda della pompa di benzina, il minimo comun denominatore per il Pd borderline è la mancata partecipazione del Partito tout court che vede sempre più deliberare decisioni dalla ristretta cerchia amministrativa. E allora il sindaco Gaspari ci tiene a precisare che Partito e Amministrazione sono due strutture ben diverse, il primo proteso a istaurare alleanze sociali tra persone attraverso un progetto comune a cui protendere, mentre il secondo dovrebbe concentrare la sua attenzione verso la città attraverso accordi politici tra partiti.

“Se qualcuno dovesse pensare che io possa essere un ostacolo, io non opporrò un briciolo di resistenza per lasciare il posto a chi può fare meglio di me. – chiosa – Quando la critica isolata diventerà maggioranza allora lascerò il posto”, considerando che in Consiglio comunale la maggioranza è sempre stata raggiunta.