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ASCOLI PICENO – Opere pubbliche, capitolo secondo. Dopo l’affondo dell’opposizione sul bilancio comunale in cui si denunciavano debiti per 90 milioni di euro, questa mattina il sindaco Castelli e l’assessore al bilancio Valentino Tega hanno voluto puntualizzare qualche cifra in merito a opere pubbliche e investimenti. Castelli subito a gamba tesa: “L’opposizione ha preso una vera cantonata. Occorre che si leggano i dati reali perché i numeri non possono essere interpretati. Sono semplicemente numeri, per fortuna”. 

 

E allora quali sarebbero questi dati reali? Innanzitutto si comincia dai debiti. “Nel 2009 avevamo 54,707 milioni di euro di indebitamento per mutui – ha spiegato Tega – alla fine del 2014 ne avremo 54,449. Il debito sarà anche minore e quei novanta milioni citati dal Pd non sappiamo davvero da dove provengano. A queste cifre si deve togliere l’attivo, nostre società comprese. La nostra capacità di indebitamento consentirebbe di contrarre ancora mutui per più del doppio dell’attuale importo. Come tetto massimo abbiamo la cifra di tre milioni e mezzo. Noi attuamente paghiamo 1,5 milioni di euro”.

 

E allora, tiene a precisare il sindaco, con un patto di stabilità che dal 2009 tiene per la gola le amministrazioni comunali e con una spesa che quest’anno scenderà del 22 per cento, Ascoli si distingue in positivo. Alla filosofia del governo che invita senza mezzi termini i Comuni a spendere il meno possibile, l’amministrazione ha risposto con 37 milioni di euro investiti dal 2009 al 2012 (nel dettaglio: 8,2 milioni nel 2009, 9,5 nel 2010, 6,5 nel 2011 e 12,8 nel 2012) e per quest’anno in previsione altri dieci milioni. Com’è possibile? Naturalmente lo spiega il sindaco: “grazie a una gestione attiva del debito per mutuare somme pagando interessi il meno possibile e a alla governabilità politica che abbiamo saputo garantire. L’investimento pubblico, inoltre, crea economia del territorio. In cinque anni hanno lavorato nel settore opere pubbliche 84 ditte ascolane e 24 del circondario, creando occupazione per duemila persone”.

Prima di chiudere la questione, all’opposizione che accusa l’amministrazione di aver venduto dei gioielli di famiglia, Tega risponde: “abbiamo privatizzato per difendere quel pubblico che merita e funziona. Quindi ogni accusa cade nel vuoto”.