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ASCOLI PICENO – Questa volta è la componenete ascolana di Sel – sinistra ecologia e libertà a esprimere i propri dubbi sulla questione della riqualificazione dell’area ex Carbon, ponendo ai titolari del progetto una serie di interrogativi scaturiti da incontri con cittadini ed esponenti di associazioni. 

“Premesso che lo spirito con cui si intende affrontare la questione è costruttivo in quanto si reputa improcrastinabile, per un generale rilancio della città, l’efficace recupero dell’area, ci si chiede prioritariamente come mai la Sgl Carbon abbia potuto chiamarsi fuori dai giochi, incassando la somma di circa 6 milioni di euro, eludendo definitivamente l’onere della bonifica del terreno. Chi ha permesso o non ha evitato che ciò accadesse? Parrebbe opportuno chiarire, una volta per tutte, di chi sono le responsabilità pretendendo il pagamento delle conseguenze politiche.

Per quanto concerne il progetto Restart il cui impianto di base potrebbe essere condiviso nella individuazione delle tre aree di destinazione (Polo tecnologico scientifico, parco urbano, area residenziale/commerciale), si vorrebbero delucidazioni in merito all’elevatissima consistenza della volumetria riguardante l’edilizia privata e commerciale: sono effettivamente necessari 366.980 m cubi di costruzioni per remunerare l’impegno finanziario di Restart necessario alla realizzazione del progetto? Chiediamo che sia reso disponibile il conto economico che ha portato ad una stima volumetrica di tali dimensioni“, questi gli interrogativi dei rapresentanti del partito.

La preoccupazione di Sel è che dietro agli interessi di una parte, malcelati dietro il fantomatico rilancio dell’occupazione, si nasconda in realtà il disinteresse per i bisogni veri dei cittadini e dunque per quelle proposte alternative in grado di generare meccanismi di sviluppo economico, culturale e sociale ecosostenibili e lungimiranti sotto il profilo dell’incremento occupazionale e delle attrattive per l’intera città. Per questo Sel si chiede se ci sono ancora le condizioni per attivare concretamente un processo partecipativo che accolga le idee e le proposte, “dato che il Consorzio Restart dopo l’iniziale percorso di ascolto con associazioni e scuole non ha tenuto in considerazione le osservazioni e i suggerimenti elaborati e sottoscritti in un documento condiviso da tutte le associazioni”.