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ASCOLI PICENO – Questa volta è il capogruppo PD in Consiglio Provinciale, Emidio Mandozzi, a esprimere in una nota i propri dubbi in merito al progetto di riqualificazione dell’area ex Sgl Carbon, “otto anni persi tra chiacchiere, annunci e incartamenti vari. È la triste storia che da quel lontano 21 dicembre 2005 – data che sancì l’accordo conclusivo della vertenza tra la proprietà, le organizzazioni sindacali e la Provincia – ha visto molta acqua scorrere sotto i ponti della città, ma fatti zero”, scrive il consigliere. 

“Zero come il numero dei lavoratori ‘riconvertiti’ (erano ben 112 all’epoca) – continua – in quello che avrebbe dovuto essere un progetto con il quale far ripartire lo sviluppo della città e del territorio piceno, ma che invece si è rivelato essere solo un castello di carte franato prima ancora di essere eretto”. L’auspiscio del gruppo provinciale del PD è quello di un coinvolgimento vero della città, delle associazioni che vi operano, dei cittadini e soprattutto dei lavoratori, affiché si riapproprino della volontà di decidere cosa fare di quell’area creando le condizioni per un tavolo alternativo a quello istituzionale. Proprio partendo da questa volontà che verrà presentata a breve una interrogazione al presidente della Provincia ed a quello del Consiglio Provinciale per cercare di fare luce sul reale stato dell’arte in cui versa la riconversione dell’area ex Carbon.

“Vogliamo conoscere, ma prima di noi è la città che vuole sapere, quali siano le reali intenzioni del presidente della Provincia (e del sindaco di Ascoli), alla luce anche dell’ultima novità, ovvero del fatto che l’Istao di Ancona, insieme ad altri Enti, si è aggiudicato (nello scorso mese di giugno) l’avviso pubblico emesso dalla Provincia di Ascoli per la presentazione di proposte formative finalizzate alla realizzazione di un acceleratore di impresa per l’area del Piceno (Sgl Carbon) per un importo di circa 700 mila euro in 2 anni“, sottolinea Mandozzi. Inoltre, insieme all’interrogazione verrano richiesti tutti gli atti che la Provincia e il tavolo di concertazione istituzionale hanno prodotto negli ultimi anni poiché finora per il gruppo consiliare non si è assistito all’attuazione in tempi certi delle diverse parti del progetto: la ricollocazione dei lavoratori, la restituzione alla città e al sistema economico ascolano dell’area con ampie aree verdi, l’istituzione di un polo tecnologico scientifico e culturale, l’insediamento di start-up nei settori del terziario avanzato, dell’ambiente e delle energie rinnovabili.