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ASCOLI PICENO – All’allarme di Unioncamere si aggiunge quello della Cna di Ascoli per la caduta libera dell’economia del Piceno. Nei primi 6 mesi dell’anno in tutta la provincia hanno chiuso i battenti 1.046 imprese contro 894 nuove aperture, con un saldo negativo di oltre 150 unità. “Recessione praticamente dal 2010 – commenta Gino Sabatini, presidente della Cna di Ascoli – visto che a quell’anno nella nostra provincia avevamo attive 21.340 imprese mentre oggi ne contiamo 21.313. Un problema generalizzato, in quanto i dati si riferiscono all’artigianato, all’industria, al commercio, all’agricoltura e ai servizi, che testimonia come manchino ancora interventi concreti per ridare fiato alle imprese che non ce la fanno più. Credito sempre a maglie più strette, pagamenti della pubblica amministrazione liberati, forse, con il contagocce. L’allarme della Cna, che rilancia a tutte le istituzioni del territorio, è di operare al più presto altrimenti l’autunno in arrivo potrebbe essere il più pesante dall’inizio di questa crisi”.

A chiudere i battenti sono le imprese che lavorano, nell’ordine, nel settore del commercio (221), delle costruzioni (161) e del manifatturiero (111). “Sostegno al credito, innovazione e incentivazione per il lavoro dei giovani – aggiunge Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – sono le direttrici su cui la Cna sta concentrando la sua azione. Solo un’azione sinergica di tutti gli attori di questo territorio può avere la speranza di arginare quella che questi ultimi dati stanno dipingendo come una vera e propria caduta libera”.

A San Benedetto del Tronto il non invidiabile primato delle imprese cessate: 302 dall’inizio dell’anno, seguita da Ascoli Piceno (meno 225), da Grottammare (meno 76) e da Monteprandone (meno 56). Per quanto riguarda i comparti, invece, nel 2010 le costruzioni nel Piceno contavano 3.250 ditte attive, il 30 giugno 2013 erano scese a 3.115. Sempre nel 2010 ce n’erano 4.984 attive nel commercio, oggi sono 4.906. Nel manifatturiero, infine, erano 2.236 e ora sono 2.228.