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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il commercio sambenedettese, grazie all’immediatezza del sistema informatico del Suap, conferma la vivacità che da sempre ha contraddistinto la cittadina sambenedettese. L’assessore di riferimento Fabio Urbinati, assieme al team composto da Pierfrancesco Morganti, Claudio Salvi e Germano Polidori, ha presentato una fotografia di quello che è il panorama produttivo rivierasco intrecciando i dati dello Sportello Suap aggiornati all’aprile 2013 e le stime della Camera di Commercio al 2012.

Ebbene, a San Benedetto si conta un saldo positivo di apertura di esercizi commerciali, contando 600 unità in più; tra le tendenze riscontrate l’avvio di negozi che vendono sigarette elettroniche e l’unione di diverse offerte in un unico esercizio. I numeri che animano lo sportello online, inoltre, smentiscono la desertificazione commerciale riducendo il fenomeno delle saracinesche abbassate al fisiologico turnover, aggravato da questa particolare congiuntura economica; le attività che resistono, invece, si ingegnano dimostrando la capacità di stare sul mercato. Necessario, dopo le sollecitazioni del presidente di quartiere Elio Core, un focus sulla situazione di Porto d’Ascoli che non si allontana dal trend dell’intera città sambenedettese.

Chiudono i negozi di abbigliamento e di accessori, quelli che rimangono allargano la loro offerta, mentre le attività che aprono (su iniziativa soprattutto giovanile) sono di somministrazione di qualità. Una panoramica che fotografa la situazione commerciale locale che risente inevitabilmente della crisi italiana tout court. “L’aumento dell’Iva che scatterà questa notte di certo non aiuterà il settore commercio, ma San Benedetto tiene duro, mantenendo una certa vitalità anche se pesano sugli esercenti affitti, tasse e difficoltà di accesso al credito. – chiosa l’assessore Urbinati – In materia di Imu, se non ci saranno ulteriori cambiamenti dal sistema centrale, abbiamo mantenuto l’aliquota al 7,9 per gli immobili di proprietà che ospitano attività commerciali e 10,6 per gli immobili affittati ad attività commerciali”.