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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sul riordino della sanità regionale è sorta la questione della chiusura di quei punti nascita che non raggiungono le mille nascite. Seppur il sindaco Giovanni Gaspari abbia rassicurato che prima di ogni eventuale chiusura si affronterà un periodo di monitoraggio di tre anni parimenti per il Mazzoni di Ascoli e per il Madonna del Soccorso di San Benedetto, la delibera approvata dalla giunta regionale parlerebbe di 2014 facendo pensare che questo monitoraggio sia già avvenuto sulla base dell’accordo Stato-Regioni siglato nel 2010.

Il punto sambenedettese che si aggira intorno alle 800 nascite, potrebbe godere della presenza del nuovo primario di Ostetricia, il dottor Andrea Chiari, e dell’imminente potenziamento del reparto di Pediatria. D’altro canto in quel di Ascoli si vanta una neonatologia seconda al Salesi di Ancona e dunque attrezzata per le situazioni più problematiche. Dopo lo spostamento dell’Emodinamica ad Ascoli per via di spazi e attrezzature avanzate, dopo la possibilità che Diabetologia possa essere ridotta nonostante la figura di Vespasiani di importanza nazionale e dopo lo smembramento della Cardiologia rivierasca privilegiando il capoluogo, per il consigliere comunale Pasqualino Piunti c’è da tenere gli occhi aperti. “Il mio invito va alla Conferenza dei sindaci che prenda in mano la situazione; siamo interlocutori primari – spiega – e il sindaco Gaspari è il primo garante della sicurezza e della salute dei cittadini”.

Chiaro è, sempre stando all’approvazione della giunta regionale, che i punti nascita dovrebbero essere uno per ogni provincia, contemplando però i possibili casi eccezionali che potranno essere discussi sulla base dei numeri