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ASCOLI PICENO – Pioggia, nubi e vento burrascoso in città, una situazione meteo metafora di quella attorno l’Ascoli Calcio. A cercare di portare delle schiarite arriva Costantino Nicoletti da Firenze. Look curato e come ogni buon toscano battuta sempre pronta, Nicoletti da lunedì prossimo diverrà il nuovo Presidente dell’Ascoli, ereditando una situazione non più delle più semplici dal dimissionario Manocchio.

 

Le sue prime parole sono state di rassicurazione verso la piazza, sottolineando più volte la grossa tradizione calcistica e i 115 anni di storia, parlando di una società che ha bisogno di una riorganizzazione totale e che si dovrà dotare di una struttura aziendale, confermando la massima fiducia all’allenatore e alla squadra garantendo che a dicembre verranno pagati gli stipendi. Nel finale della conferenza sono intervenuti anche una delegazione di tifosi bianconeri che, dopo aver subito chiarito al futuro Presidente che non verrà mai chiamato col suo nome di battesimo, hanno ribadito con fermezza che sono stufi di essere presi in giro dall’attuale proprietà, che dovrà essere rilevata al più presto altrimenti lo stadio rimarrà sempre vuoto.

“Non sono l’uomo di facciata di nessuno, sono io che mi sono proposto – ha spiegato Nicoletti – arrivo in un club importante e voglio che la città torni a parlare di calcio, non di finanza. L’Ascoli per la sua storia e tradizione non può diventare una di quelle società banderuola che ogni quattro anni finiscono nei dilettanti per poi tentare di risalire. Benigni è nel calcio da quaranta anni e ha dato molto e per questo va rispettato, ciò non significa che può non aver commesso errori probabilmente mal consigliato. Ora arriveranno altre persone a collaborare che sceglierò personalmente, qui bisogna ricostruire tutto a partire dalla sede che è disastrata, l’area marketing è praticamente inesistente e deve ripartire nel migliore dei modi per ricreare quell’appeal attorno alla squadra che può attirare forze economiche. Cercherò di dare un’impronta aziendale con me nel ruolo di manager, il piano è triennale e bisognerà arrivare tranquilli a luglio tamponando poco a poco per poi ripartire. Ho già contatti con personaggi importanti disposti a dare una mano, ora voglio studiare bene tutte le pratiche a affrontare una alla volte tutte le soluzioni, a cominciare da quella dell’Azzurra Free Time dove voglio incontrare tutte le parti in causa”.

“Prima di Ascoli come città ho conosciuto la tifoseria bianconera, calorosa come poche e che mi ricorda quelle argentine – ha proseguito – e bisogna far riavvicinare la gente alla squadra, già domenica mi piacerebbe che ai giocatori del Pontedera tremassero ad entrare in campo così come succedeva negli anni passati. Io mi rimboccherò le maniche, ma chiedo solo che io venga giudicato per quello che farò, del passato non posso parlare”. E a chi gli chiede di restituire dignità alla società la risposta è stata che lui ci sta mettendo la faccia, e che sicuramente non è arrivato per fare figuracce. Sicuramente il sentire parlare di marketing e di struttura aziendale cozza un po’ con la situazione che si ha di fronte. In una delle annate più difficili della storia dell’Ascoli Calcio, se non quella di più in assoluto, l’ultima cosa di cui i tifosi hanno bisogno sono ulteriori illusioni. Ma in questi casi, come il Presidente Nicoletti ha più volte ripetuto, i fatti determineranno il giudizio.