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ANCONA – La seconda ondata di maltempo prevista per questo fine settimana non si è verificata, dando un certo sollievo alla Regione Marche che sta ancora contando i danni che Venere ha inflitto a inizio settimana. E sull’emergenza maltempo interviene Legambiente che si appella alle istituzioni e propone un patto per il territorio; solo attraverso la manutenzione, infatti, si potrebbero scongiurare molti dei danni contati.

Secondo i dati dello studio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e Unione Province d’Italia, infatti, sono 236 i comuni marchigiani classificati a rischio idrogeologico, il 99% di cui 124 a rischio frana, 1 a rischio alluvione e 111 a rischio frane e alluvioni. Inoltre, la trasformazione del paesaggio costiero marchigiano ha conosciuto negli ultimi decenni un’ascesa costante e inesorabile: dei suoi 180 km di lunghezza, da Gabicce Mare a San Benedetto del Tronto, le Marche contano ben 98 km di costa oramai trasformati a usi urbani e infrastrutturali, circa il 60% dei paesaggi costieri. In questo quadro i cambiamenti climatici amplificano le conseguenze del maltempo che ha interessato la Regione nei giorni scorsi.

“Un’alleanza che coinvolga tutti i soggetti interessati per programmare in tempo gli interventi di prevenzione e difesa da frane ed esondazioni; questo proponiamo a tutte le istituzioni come urgenza e priorità per il nostro territorio. – commenta Luigino Quarchioni, presidente di Legambiente Marche – La vera sfida, pur consapevoli delle difficoltà economiche del momento, è il superamento della cultura degli interventi in emergenza, tentando di impostare una gestione organica del suolo in tutti i suoi aspetti, urbanistici, ambientali e sociali, per arrivare ad una cultura della prevenzione. È questa la vera grande opera pubblica di cui il nostro territorio ha bisogno per generare innanzitutto sicurezza e difesa dei cittadini ma anche sana e buona economia locale, fatta di tanti e piccoli interventi a partire dal coinvolgimento degli agricoltori, vero presidio del territorio”.

Insomma, Legambiente chiede di stipulare un vero e proprio patto per il territorio, un impegno comune per applicare una seria politica di prevenzione che Legambiente ha sintetizzato in alcune proposte di intervento come l’istituzione del vincolo di inedificabilità assoluta della costa, la delocalizzazione dei beni esposti a frane e alluvioni, l’adeguamento dello sviluppo territoriale alle mappe del rischio, la restituzione dello spazio della natura, la gestione delle piogge in città e la cura del territorio rafforzando il monitoraggio e sorvegliando in maniera particolare il reticolo di corsi d’acqua minori. Per Legambiente, solo in questa maniera può essere possibile una corretta gestione di un territorio pronto all’emergenza maltempo.