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In Italia ci sono circa 113 sale slot che fomentano i giocatori d’azzardo in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire. Lo Stato, che detiene il monopolio, nel 2012 ha guadagnato 4.5 miliardi di euro e considerando la crisi attuale ha difficoltà a rinunciare a questi lussuosi profitti. Il Codice Civile e il Codice Penale disciplinano il gioco d’azzardo, nonostante l’autonomia nella spendibilità di denaro sia di responsabilità prevalentemente soggettiva. Solitamente lo sviluppo della dipendenza è un comportamento complesso che coinvolge numerosi fattori, ma uno dei primi a risultare una partenza semplice è quello del “Big Win”, un profitto rapido che rappresenta per il giocatore il decollo nel mondo del gioco. La prerogativa principale del giocatore dipendente è una sensazione di forte eccitamento seguita dall’impossibilità di controllare gli impulsi e le tensioni interne.

I disturbi ossessivo compulsivi rientrano nella cerchia dei disturbi del comportamento e vanno ad etichettare il soggetto, giocatore d’azzardo patologico. Nel momento in cui si iniziano a verificare situazioni in cui il soggetto è totalmente alienato e fuori dalla realtà, richiede soldi a amici e parenti, giustifica le sue giocate con scuse poco convincenti, trascorre più tempo in sale slot che in casa, e accampa scuse o menzogne pur di uscire di casa, siamo di fronte ad un giocatore d’azzardo patologico. L’Italia è il nuovo Casinò, dove ti mostrano il paese dei balocchi online dov’è possibile vincere anche cifre consistenti, ma ti costringono a spendere un patrimonio per giungere a quel livello di vincita. L’Italia è il paese di origine di Maruzzo, ex capogruppo dell’Italia dei Valori, che ha rubato dalle Casse dello Stato più di 100 mila euro per usarli alle macchinette del videopoker. Epidemia sociale, piaga della Società, il gioco d’azzardo fa molte vittime, molte delle quali indirettamente coinvolte nel processo per via di indebitamenti di mariti o familiari che hanno portato la famiglia sul lastrico. E non dimentichiamo la pratica illecita dell’usura.