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Il Male è in genere un nemico esterno, ha una propria identità e personalità, si confronta col Bene in sfide all’ultimo sangue e come nelle migliori tradizioni ne esce sconfitto. Ma a volte il Male è l’altra faccia del Bene, con il quale condivide lo stesso corpo. E’ la malattia, fisica o mentale, e diventa allora il nemico da combattere. Le deviazioni della psiche rappresentano un altro filone, forse più di nicchia, ma affrontato sempre con l’ottica di chi il male non sa o non vuole accettarlo. La lotta in questi casi contrappone il malato, strenuo difensore della propria normalità, agli esterni che ne percepiscono i problemi.

Take Shelter, del regista Jeff Nichols, va oltre, e affronta il dramma psicologico di un uomo consapevole della malattia, che si trova a dover combattere contro i suoi fantasmi. Curtis (Michael Shannon) vive con la moglie Samantha (Jessica Chastain) e la figlia sordomuta in una casa dell’Ohio.

Le sue notti cominciano ad essere funestate da incubi terribili, in cui una tempesta di proporzioni inaudite si sta per abbattere sul paese. Spinto dalla necessità di mettere in sicurezza la propria famiglia, prima ancora di capire se si tratta di paranoie o previsioni, inizia a costruire un rifugio sotterraneo nel giardino.

Ma i sogni aumentano, prevalgono sulla realtà e ad essa si sovrappongono, la paranoia lascia il posto alla schizofrenia, in un crescendo in cui l’unica soluzione sembra essere il ricovero.

La tensione è viva per tutta la durata del film, grazie alla perfetta combinazione di fotografia, musica ed effetti speciali, ma ciò che rende maggiormente apprezzabile l’opera di Nichols è la caratterizzazione dei personaggi.

L’angoscia di Curtis diventa l’angoscia dello spettatore, grazie all’interpretazione di Shannon, ben supportato da Jessica Chastain, che nel ruolo della moglie incarna l’emblema di quella devozione familiare che non prevede abbandono, al di là del dramma.

Il finale aperto, spesso considerato un facile escamotage per sopperire alla mancanza di idee conclusive, crea in questo caso due possibili chiusure entrambe valide, capaci di suscitare domande senza possibilità di risposta, cogliendo in pieno l’essenza stessa della malattia mentale.

REGIA: Jeff Nichols

ANNO: 2011

GENERE: Drammatico

DURATA: 120 minuti

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