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ASCOLI PICENO – “The day after”. Con queste parole i dirigenti dell’Udc Francesco Petrelli, Saverio Di Simone e Ignazio Buonopane hanno voluto iniziare la conferenza da loro indetta a seguito della decisione del presidente provinciale Viscione di commissariare il comitato cittadino del Partito. Una rottura che pare insanabile con i tre esponenti pronti alla dimissioni, in totale disaccordo con il commissariamento deciso e giudicato assolutamente inaspettato ed incomprensibile. Tutto nasce dall’appoggio alla candidatura a sindaco di Davide Aliberti, che è stato visto come una autentica fuga in avanti come ammette anche lo stesso Petrelli, che però giustifica il fatto dicendo che è stata una scelta necessaria in quanto l’ex assessore alla Cultura rappresenta la politica della moralità e del rinnovamento, in contrapposizione a quella clientelare di Castelli.

 

“Mai pensato che si sarebbe arrivati a questa situazione – spiega Saverio Di Simone – da quando nel 2009 entrai a fare parte dell’Udc da sempre insieme ad amici abbiamo intrapreso battaglie in difesa del nostro territorio. Subito sposai la scelta di andare all’opposizione di un sindaco che non è ascolano, pensa solo a promuovere la sua persona e non è stato neanche capace di fare un programma visto che lo ha copiato dal candidato alla regione Abruzzo Chiodi. In questi anni abbiamo fortemente criticato le scelte sbagliate prese dall’amministrazione sull’università, sui parcheggi e sulla politica urbana. Non c’è interesse verso il decoro urbano, con molte zone e monumenti della città lasciati all’abbandono, basti pensare al portone della chiesa di San Tommaso sfondato proprio di fianco al Museo della Ceramica. Ora ci viene rimproverato di non aver fatto attività politica invece siamo stati gli unici nel partito a prendere sempre posizioni nette. La mia esperienza qui si può ritenere conclusa e sono pronto a riconsegnare la tessera al segretario Cesa“.

 

Anche Ignazio Buonopane minaccia le dimissioni : ” Se entro Venerdì i vertici provinciali non rimetteranno il proprio mandato io uscirò. Si è scelto di commissariare Ascoli mentre a San Benedetto dove c’è una situazioni ben peggiore non si è mosso un dito. La nostra è stata una opposizione fatta prevalentemente fuori dal consiglio comunale dove invece i componenti del partito poco si sono fatti sentire. Noi abbiamo lavorato sodo, è anche grazie al nostro impegno che siamo riusciti a far eleggere Camela in regione. Bisogna essere chiari e noi abbiamo sempre criticato Castelli, invece ora leggo contraddizioni da parte di Viscione quando dice che il problema di questo sindaco sono le liste civiche, in quanto la testa funziona ma il corpo non va, poi allo stesso tempo loda il “modello Marche” dove l’Udc è alleato con il centrosinistra. I vertici del partito da subito hanno saputo del nostro appoggio ad Aliberti, che è l’unico vero candidato che rispecchia l’area moderata, visto che Castelli rappresenta, e il caso della ignobile celtica esibita da Antonini è l’esempio, solo la destra più becera“.