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GROTTAMMARE – “Il cibo del mare” è il tema del progetto aperto non solo a nuovi soggetti con disagio psichico, ma anche alle loro famiglie, al mondo dell’associazionismo e agli imprenditori operanti nel comparto della pesca. Portato avanti dalla Confederazione Italiana Agricoltori, insieme al Centro Diurno del Dipartimento di Salute Mentale dell’Area Vasta 5 di San Benedetto del Tronto, il progetto mira a stabilire un rapporto organico tra istituzioni, organizzazioni e volontariato, a ribadire il ruolo che il settore primario, compreso il comparto della pesca, può svolgere nell’azione di recupero sanitario, sociale ed occupazionale delle persone disabili e a sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche di una sana alimentazione, anche attraverso il recupero e la valorizzazione delle produzioni tipiche locali.

E ancora: favorire la indipendenza alimentare del disabile e nel contempo fargli conseguire quelle conoscenze e professionalità che potrebbero agevolarne un futuro inserimento occupazionale; impostare un programma formativo innovativo che vede coinvolti, in qualità di relatori, rappresentanti del mondo imprenditoriale e del volontariato, in grado, attraverso le proprie esperienze, di rendere più facilmente comprensibili determinati argomenti.

In concreto il progetto si articola in cinque incontri pratico-teorici presso Casa San Francesco di Grottammare con alcuni malati mentali, selezionati dal Centro Diurno, alla presenza di esperti nel settore (dal zoologo al dietologo, dal cuoco al pescatore) per approfondire argomenti di carattere generale (v. caratteristiche nutrizionali del pesce, tipologie di pesce, tecniche di pesca) e nozioni specifiche di alimentazione (modalità di conservazione del pesce; preparazione di culinaria pesce e molluschi); due uscite in mare, per vedere impianto di allevamento mitili e partecipare a giornata di pesca, così da mostrare operativamente agli allievi le nozioni dibattute durante gli incontri.

“Il cibo del mare” rientra nell’ambito del progetto “Insieme per conoscere il mare”. L’attuazione di questo programma, rivolto a persone disabili, ha dato vita anche ad una scuola di vela, coinvolgendo un gruppo di volontari i quali hanno insegnato le tecniche di vela grazie all’apporto fornito da Nicolas Antonelli e Giuseppe Barbieri, oltre a conoscere le proprietà delle specie ittiche con le consulenze fornite da Giulio Urbani e Giovanni Trevisani. Il progetto, che ha coinvolto Paolo Tartaglini e Roberto Acciarri, si è concretizzato anche con la realizzazione di un catamarano di 5 metri realizzato utilizzando bottiglie di plastica.