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ASCOLI PICENO – Ancora una volta non sono mancate le polemiche, questa mattina, a colle San Marco, nel corso della tradizionale cerimonia che si è svolta al sacrario partigiano per ricordare quanti, 69 anni fa, hanno sacrificato la propria vita per liberare il Piceno dal dominio fascista difendendo la libertà e la democrazia. Un gruppo di giovani, infatti, ha contestato a gran voce il sindaco Guido Castelli ed il presidente Piero Celani, accusandoli di essere fascisti e di non aver onorato in questi anni le medaglie d’oro al valor civile e militare delle quali sia il Comune si è potuto fregiare proprio grazie alle gesta degli ‘eroi della Resistenza’.

Il primo cittadino, però, ha risposto per le rime a chi lo contestava, parlando di ‘strilli squadristi’ e suscitando ancor di più l’ira di alcuni presenti, con i rappresentanti dei Giovani Democratici, di Rifondazione Comunista, dell’Anpi e del Partito Democratico (tra i quali anche l’assessore regionale Antonio Canzian e il candidato sindaco di centrosinistra Giancarlo Luciani Castiglia) che hanno intonato a squarciagola ‘Bella Ciao’, sia per ricordare i partigiani scomparsi che per provocare, seppur indirettamente, Castelli e Celani. Nonostante tali polemiche, però, la mattinata è stata caratterizzata soprattutto dal ricordo, dalla preghiera e dalla commozione, con la partecipazione anche del prefetto Graziella Patrizi, di tante altre autorità del territorio, dei volontari della caserma ‘Clementi’ e di numerosi ragazzi che appartengono alla ‘Rete degli Studenti Medi’.

A prendere la parola, inizialmente, è stato il presidente provinciale dell’Anpi, William Scalabroni. “Se la nostra città ha ottenuto due medaglie d’oro è solo grazie a questi giovani che, quasi 70 anni fa, hanno sacrificato quello che di più importante avevano, ovvero la vita, per difendere il paese e la democrazia – ha spiegato quest’ultimo – Attraverso la Resistenza, infatti, anche il nostro territorio è stato liberato dalla dittatura fascista e non smetteremo mai di ringraziare e di commemorare i nostri partigiani caduti per la libertà, cercando di far conoscere la scuola anche ai bambini con il nostro frequente impegno nelle scuole”. “E’ opportuno – ha proseguito il prefetto Patrizi – soprattutto in un momento del genere, attingere a quella lezione di unità nazionale che la Resistenza è stata in grado di darci”. Ad intervenire, infine, sono stati il sindaco e il presidente Celani. “Ricordare il sacrificio dei partigiani – ha sottolineato Castelli – è una dimostrazione di onore e di responsabilità per tutti noi. A chi mi contesta vorrei ricordare la frasi di Einaudi, il quale sosteneva che ‘la democrazia è l’arte di contare le teste e non di romperle'”. “Ogni anno – ha concluso, poi, Piero Celani – su questo sacrario si affollano nella nostra mente tanti ricordi e non smetteremo mai di ringraziare questi ragazzi che sono morti per consolidare i valori della democrazia e della libertà”.