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ASCOLI PICENO – Si svolgerà domani, 27 novembre, il convegno organizzato dalla Cna Picena, un’occasione per analizzare la situazione economica ed occupazionale del territorio e studiare le strategie necessarie per salvaguardare le nuove etichettature e promuovere il comparto agroalimentare. L’incontro si terrà nel centro agroalimentare di Porto d’Ascoli con inizio alle ore 17.

Programma dell’evento.

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CONTINUA LA CRISI NEL PICENO – In occasione del convegno, saranno illustrati i dati emersi dallo studio commissionato al Centro studi regionale di Cna, un’analisi a trecentosessanta gradi sull’economia della Provincia da cui non emerge un quadro confortante. “Calo di fatturato delle imprese e disoccupazione galoppante soprattutto per i giovani – spiega Luigi Passaretti, presidente provinciale della Cna –. Questi sono dati che conosciamo bene e che forse non è più neanche il caso di ripetere. Cerchiamo e dobbiamo dare risposte. E per farlo è necessario capire meglio le dinamiche del nostro territorio. Da qui la richiesta al nostro Centro studi di effettuare un’analisi di dati e flussi che parta da parametri meno standard rispetto ai soliti”.
I primi nove mesi del 2014, infatti, presentano ancora il segno meno nel comparto artigiano. Le imprese attive nella Provincia sono 6.143, 275 le aperture, 390 le cessazioni con un saldo negativo di ben 115 aziende. Nessun settore risulta in attivo, mentre i più colpiti continuano ad essere le costruzioni (meno 61 imprese), il manifatturiero (meno 24 imprese) e i servizi (meno 12 imprese).

POCA INNOVAZIONE, POCHI BREVETTI – Se innovazione vuol dire migliore capacità di stare sul mercato, i dati purtroppo ancora negativi del Piceno partono da lontano. Dal potenziale di ricerca e progettualità, ad esempio. L’analisi della Cna su questo fronte si è concentrata su un lungo arco temporale, ovvero dal 1995 ai giorni nostri. Nella provincia di Ancona c’è infatti un brevetto ogni 137 abitanti, a Pesaro-Urbino uno ogni 96 abitanti, a Macerata uno ogni 53 e ad Ascoli uno ogni 17 abitanti. “Non prendiamo come metro di paragone – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – la Provincia di Ancona in quanto il suo dato è sicuramente condizionato in positivo dall’azione dell’Università Politecnica delle Marche. Ma, tolta Ancona, registriamo che Pesaro-Urbino e Macerata hanno capacità di produrre brevetti, quindi di innovare, dalle tre alle quattro volte superiore a quanto riusciamo a fare nel Piceno. Come Cna stiamo lavorando su questo fronte, puntando fortemente sulle start-up innovative, ma la strada è sicuramente ancora lunga e non poco in salita”.

IL MADE IN ITALY – Nel corso dell’assemblea, la Cna affronterà anche le questioni legate al Made in Italy, in particolare si esporranno le nuove normative che riguardano l’etichettatura dei prodotti alimentari, cercando di focalizzare l’attenzione su quanto siano importanti per lo sviluppo del Piceno, sia in chiave di esportazione sia in chiave di capacità di attrattiva turistica. “Tipicità, eccellenze e accoglienza – prosegue il direttore Balloni – sono una chiave di volta fondamentale per il futuro. Nella nostra assemblea, partendo dalle ultime normative che riguardano l’agroalimentare, affronteremo questi temi e i dati statistici ci confermano che la scelta è più che mai opportuna vista la strada che ancora c’è da fare”. Strada da fare che, numeri alla mano, si traduce in una situazione provinciale che è ancora ben lontana dall’agganciare il turismo destagionalizzato. Proprio quello più sensibile alla cultura, all’arte, alle tipicità artigiane a agroalimentari del territorio.

IL TURISMO – Secondo l’analisi del Centro studi della Cna, la Provincia di Ascoli Piceno – oltre a quello su progettualità e brevetti – ha purtroppo un altro primato davvero poco invidiabile. Gli analisti hanno sommato le presenze di turisti (italiani e stranieri) nel complesso degli esercizi ricettivi nei mesi non estivi. Questi i risultati: nel Piceno si registrano 1,5 giorni di presenze ogni cento abitanti. Nel Fermano e ad Ancona la media è di 1,6; a Pesaro e Urbino di 2,4 e a Macerata di 2,5. Il che vuol dire che, nei mesi non estivi, nella vicina Provincia di Macerata di registrano mediamente quasi il doppio delle presenze di turisti rispetto a quelli che è in grado di intercettare il Piceno. Al palo, dunque la destagionalizzazione, ma niente di positivo – almeno nell’ultimo biennio – neanche per il turismo “canonico”, ovvero nei classici mesi estivi deputati alle ferie. Sempre stando ai dati del Centro studi Cna, infatti, fino al 2009 la Provincia di Ascoli deteneva il primato in Regione per quanto riguarda la capacità di attrarre i consumi turistici, con 9,5 giornate medie di occupazione delle strutture ricettive ogni cento abitanti. Dal 2009 al 2014 il primato è stato perso e oggi il Piceno – che da 9,5 giorni di strutture occupate ogni cento abitanti è sceso a 8,2 giorni – è stato superato dalla provincia di Fermo (9,4 giorni di occupazione alberghiera ogni cento abitanti) e da Pesaro-Urbino (8,3 giorni).

IL CONVEGNO – “Abbiamo scelto come tema della nostra assemblea – spiega Isabella Mandozzi, presidente provinciale di Cna Alimentare – il campo dell’agroalimentare, e in particolare le nuove norme di tutela delle produzioni tipiche e quelle più stringenti sull’etichettatura dei prodotti, proprio per mettere l’accento sull’esigenza forte che ha ormai questo territorio di innovarsi in tema di processo e di prodotto. Valorizzando quello che ha di più tipico con l’innovazione e l’internazionalizzazione”.

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