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ASCOLI PICENO – Il sindaco Guido Castelli scrive al presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendo che le città ospitanti i palazzi di Giustizia non siano ulteriormente penalizzate dalle anticipazioni in denaro che fino ad ora sono state a carico dei Comuni.

LA NOTA – “L’articolo 1 della legge 392/1941 obbliga i Comuni sede di giudice di pace, di tribunale o di Corte d’appello, a sostenere obbligatoriamente le spese per i locali comunali a uso degli uffici giudiziari e per pigioni, riparazioni, manutenzione, pulizia, illuminazione, riscaldamento e custodia degli stessi, nonché per le provviste di acqua, il servizio telefonico, la fornitura e le riparazioni dei mobili e degli impianti, per i registri e gli oggetti di cancelleria. Una norma cervellotica che diventa ancora più surreale se si considera che il Ministero di Grazia e Giustizia rimborsa ai Comuni solo un parte di queste spese nonostante attengano ad una funzione che per antonomasia è di competenza statale”.

RIMBORSI IN RITARDO – “Ma non è finita qui, i rimborsi da parte del Ministero avvengono sempre con estremo ritardo tanto che il Comune di Ascoli vanta un credito nei confronti dello Stato di poco inferiore agli 800.000 euro. Il paradosso risulta, a questo punto, completo: il comune anticipa soldi allo Stato, lo Stato – che nel frattempo taglia fondi a più non posso al Comune (solo quest’anno la tagliola è superiore ad 1,5 mleuro) – non paga neppure i propri debiti e crea ulteriori sofferenze di cassa al Comune. Finalmente la legge di stabilità per il 2015 ha stabilito a far data dal 1 settembre l’eliminazione di questa norma assurda che risale al tempo della seconda guerra mondiale ma che pure, per tanti anni, ha ‘funestato’ la vita dei comuni capoluogo, sede di tribunali o di uffici di giustizia. Fino a tutto il mese di agosto, tuttavia, anche ad Ascoli dovremo curare – tra mille difficoltà – le spese connesse alla manutenzione del Tribunale e degli Uffici del Giudice di Pace. Lo faremo, come sempre, di buon grado anche per lo spirito di collaborazione che negli anni ha contraddistinto il rapporto tra l’Amministrazione comunale e il sistema locale della giustizia”.

SI TEME UN NUOVO SLITTAMENTO – “Resta tuttavia la preoccupazione che – come qualcuno sembra adombrare – la scadenza del 1 settembre possa essere posticipata ponendo di fatto ancora una volta a carico dei sindaci l’intero insieme delle spese di giustizia riferite all’anno 2015. Sarebbe una iattura insostenibile. Abbiamo già mille difficoltà ad eseguire le attività manutentive su strade, scuole ed aree verdi cittadine. Dover continuare anche nell’accollo delle spese statali di giustizia significherebbe deprimere ulteriormente la possibilità di gestire correttamente la nostra città. Speriamo non accada ma intanto ho scritto a Renzi per sensibilizzarlo sul tema. Non facciamo scherzi sulla data del 1 settembre o, prima o poi, ci troveremo nella condizione di scegliere se chiudere i tribunali o chiudere le scuole. In entrambi i casi la figura sarebbe pessima per tutti”.

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