Articolo
Testo articolo principale

ANCONA – Si è insediato, presso la sede dell’ANCI Marche, il Coordinamento dei piccoli Comuni, l’organo che assicura un’adeguata rappresentanza dei Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, coordina le iniziative tese a tutelare, valorizzare e sostenere le realtà comunali di piccole dimensioni su tutto il territorio regionale e promuove le iniziative per lo sviluppo delle forme di associazionismo intercomunale. Il Coordinamento supporta, altresì, tutte le forme di cooperazione intercomunale favorendo i percorsi per la realizzazione di economie di scala e per la gestione di servizi e funzioni in modo più efficiente ed economico.

I MEMBRI DEL COORDINAMENTORoberto De Angelis, sindaco di Cossignano (AP), in qualità di Coordinatore; Fernanada Sacchi, sindaco di Mercatello (PU); Mauro Dini, sindaco di Lunano (PU); Tommaso Borri, sindaco di Serra San Quirico (AN); Stefano Gatto, sindaco di Offagna (AN); Luigi Monti, sindaco di Pollenza (MC); Leonardo Catena, sindaco di Montecassiano (MC); Luigi Cava, consigliere comunale di Castignano (AP); Massimo Narcisi, vicesindaco di Monsampolo del Tronto (AP); Giuseppe Taffetani, sindaco di Lapedona (FM); Ivano Bascioni, sindaco di Belmonte Piceno (FM) in rappresentanza dei piccoli Comuni. Infine Barbara Toce, presidente Unione Comuni Valdaso; Romina Pierantoni, presidente Unione Montana Alta Valle del Metauro; Alessandro Gentilucci, presidente Unione Montana Marca di Camerino; Alberto Cinti, presidente Unione Belvedere; Andrea Cardilli, vice presidente Unione Vallata del Tronto in rappresentanza delle Unioni Comunali.

I TEMI AFFRONTATI – “Il primo incontro – riferisce il coordinatore Roberto De Angelis – è stato utile per fare il punto generale della situazione sia sul piano finanziario che ordinamentale dei piccoli Comuni, 173 su 236 nella Regione Marche. Diversi i punti presi in considerazione: dal carico di lavoro burocratico che cresce ogni giorno nei Comuni ai discutibili tetti e vincoli ragionieristici imposti dai Ministeri, dalla questione Imu terreni agricoli al piano di razionalizzazione delle Poste Italiane, dalle irragionevoli norme nazionali e regionali relative all’esercizio associato delle funzioni fondamentali dei Comuni alle proposte ANCI rivolte al Governo per sollecitare un urgente decreto sugli enti locali.”

LE DIFFICOLTÀ DI BILANCIO – Attualmente tutti i Comuni sono alle prese con il rendiconto 2014 e l’approvazione del riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi, che dovrà avvenire entro il 30 aprile prossimo. “Al di là dei rendiconti e delle loro valutazioni, desta forte preoccupazione – prosegue il coordinatore De Angelis – l’approvazione dei bilanci di previsione 2015, il cui termine di approvazione, per ora, è fissato al 31 maggio 2015 e che a causa degli ingenti tagli inferti con la legge di stabilità 2015 si riscontrano altissime difficoltà per la quadratura dei bilanci. Si ricorda che in termini di equilibri, il bilancio 2015 deve affrontare i tagli al fondo di solidarietà, 100 milioni del dl 95/12, 188 milioni del dl 66/2014 e 1,2 miliardi della legge di stabilità e l’incognita del fondo Tasi di 625 milioni”. Secondo De Angelis “purtroppo, a causa di questi ulteriori tagli imposti dal Governo per il 2015 e considerato che la spesa corrente dei comuni risulta pressoché incomprimibile perché già ridotta all’osso a seguito dei tagli effettuati negli ultimi esercizi, si profila, ancora una volta, nostro malgrado, da una parte ulteriori aumenti della pressione fiscale locale laddove ancora consentito dentro il tetto massimo previsto dalla legge, dall’altra una riduzione di servizi per quei Comuni che non hanno più margini di manovra. E la situazione, ovviamente, si profila ancor più grave nei bilanci strutturalmente rigidi come quelli dei piccoli Comuni, anche a fronte dei tagli che si registrano a livello regionale per le relative riduzioni di comparto. D’altronde è dal 2009 che i Comuni si vedono ridurre i trasferimenti. La CGIA di Mestre ha conteggiato, in questi giorni, che tra il 2009 e il 2015, le autonomie locali hanno ridotto le proprie spese di ben 26,4 miliardi di euro, le amministrazioni centrali solo 6,4 miliardi”.

TAG: , ,