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CASTEL DI LAMA – L’opposizione – ad eccezione del M5S – fa fronte comune sulle “quote rosa” e ottiene un riconoscimento per la battaglia politica sulla parità di genere, grazie ad una lettera del Comitato Pari Opportunità della Regione Marche inviata al sindaco Francesco Ruggieri. A darne la notizia sono gli stessi consiglieri di opposizione (anche loro destinatari della missiva) promotori dell’esposto in cui, circa un mese fa, si denunciava il mancato rispetto da parte del sindaco della legge Delrio (quella della dibattuta riforma delle Province) in cui si prevede il rispetto dell’equilibrio dei sessi.

La stessa legge – fanno sapere i consiglieri firmatari, ossia Pio Silvestri, Domenico Angelini, Sandra Sprecacè, Domenico Re e Alessandro Corradetti – che fu applicata nella scelta dei due assessori donna all’indomani delle elezioni del 2014, quando furono nominate Sandra Sprecacè e Laura Gigli. I consiglieri si chiedono, quindi, come mai in occasione del rimpasto di giunta, dopo la fuoriuscita di Sprecacè, sia stato scelto un nuovo assessore uomo, Ersilio Corradetti, senza tener conto della parità di genere.

LA LETTERA – Notizia di oggi l’arrivo della lettera da Ancona che invita il sindaco a rimodulare la giunta in modo che nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40% con arrotondamento aritmetico. In attesa di una risposta ufficiale del primo cittadino, i consiglieri firmatari dichiarano di voler andare avanti con il ricorso al Tar se Ruggieri non cambierà la sua posizione.

GLI ORARI DEL CONSIGLIO – Si avvicina, inoltre, il consiglio comunale, in programma martedì 7 luglio, e i cinque consiglieri minacciano di disertarlo in segno di protesta per gli orari di convocazione. Gli stessi hanno inviato, infatti, una lettera-esposto al sindaco e al prefetto in cui si sottolinea come gli orari del Consiglio rendano difficoltosa la partecipazione dei cittadini; in particolare fanno riferimento a martedì prossimo, quando la prima convocazione è fissata per le 12, e all’ultima assise del 19 maggio, quando ci si riunì alle 18.30; “orari – secondo i consiglieri – lavorativi, che non garantiscono la partecipazione effettiva della cittadinanza e non contribuiscono ad una gestione più garantista e trasparente dell’amministrazione pubblica”.

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