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Dal sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi parte l’appello per una maggiore considerazione del fiume Tronto, dei territori che attraversa e della storia che rischia di non tramandare più.
Dopo trent’anni di abbandono da parte di tutte le istituzioni e degli Enti preposti il fiume versa in uno stato straordinariamente grave e l’ultima frana dei giorni scorsi sulla Picente, strada di accesso alla Città di Amatrice, è solo l’ennesimo sintomo del degrado ambientale in cui versa. Ma come Amatrice la situazione è similare nei territori dell’alta valle del Tronto come anche nel percorso che da Ascoli il fiume compie per arrivare al Mare Adriatico.

Nel suo sfogo pubblicato in questi giorni sui Social, il primo cittadino di Amatrice continua le sue considerazioni su di un fiume non più tenuto in equilibrio dal lavoro agricolo attraverso il controllo delle rive dei fiumi, la manutenzione del sottobosco, il taglio selettivo della vegetazione, la rimozione del legno morto sulle sponde o nel letto del fiume. Il grido di allarme lanciato verso le istituzioni preposte sia del Lazio che delle Marche vuole anche sottolineare che tale situazione è la fotografia contemporanea di un territorio che disabitato e non più coltivato è minacciato dal degrado ambientale, quando invece potebbe essere un tesoro da mantere e investire per sviluppare turismo naturale ed eco-sostenibile.

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