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Cari risparmiatori creativi, la mente non riesce ad evadere, rimane ancorata alla notte del 24 agosto, al traumatico risveglio, alla roboante voce di quell’orco che è il terremoto, al soffocante senso d’impotenza e gravità, alla reviviscenza di quelle paure ataviche che credevamo trapassate nell’uomo contemporaneo. La memoria rimane fissata all’alternarsi delle ore, agli occhi smarriti di coloro che si erano riversati in strada, a quei volti che non sembravano più estranei, non dopo aver condiviso lo stesso spiazzante terrore. I pensieri tornano alle prime scioccanti dichiarazioni del sindaco di Amatrice, alla sua voce affranta e già penosamente consapevole. Si ripetono nella mente le prime immagini di luoghi frequentati, amati e contemplati con insita fierezza, i quali in pochi secondi hanno perso il loro fascino leggendario, il volto familiare e rassicurante, le trame di un tessuto composto da singole realtà, le stesse che costituiscono la storia di un intero Paese. Rimbalza fra testa e cuore, raziocinio e sentimento, coraggio e paura, un sottile e persistente senso di perdita. Galleggia nello stomaco una nauseante sensazione di instabilità fisica ed emotiva. Vibra in gola un lamento silenzioso e opprimente per ciò che è stato e quello che in futuro potrebbe ripetersi, per l’irresponsabilità del passato e l’ingordigia che potrebbe consumare il cemento del futuro.

IL MOTTO DELLA SETTIMANA – Nel novembre del 1980, di ritorno dall’Irpinia colpita da un devastante terremoto, il Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, tenne un discorso in televisione rivolto agli italiani che purtroppo ancora oggi suona accoratamente contemporaneo: “Si cerchi subito di portare soccorsi ai superstiti e di ricoverarli non in tende ma in alloggi dove possano passare l’inverno e attendere che sia risolta la loro situazione. Perché un appello voglio rivolgere a voi, italiane e italiani, senza retorica, un appello che sorge dal mio cuore, di un uomo che ha assistito a tante tragedie, a degli spettacoli, che mai dimenticherò, di dolore e di disperazione in quei paesi. A tutte le italiane e gli italiani: qui non c’entra la politica, qui c’entra la solidarietà umana, tutte le italiane e gli italiani devono mobilitarsi per andare in aiuto a questi fratelli colpiti da questa nuova sciagura. Perché, credetemi, il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”.

Ora voglio consigliarvi questa pagina Facebook, la cui amministratrice è Emilia Ranalli, una ragazza responsabile, energica, ricca di risorse umane. Registratevi e rendetevi utili come uomini, fratelli, conterranei. In questo momento gli eventi più meritevoli sono quelli organizzati per sostenere le popolazioni che nel terremoto hanno perso speranza, fede, prospettive a lungo termine, quella casa fatta di affetti, consuetudini e volti familiari.

Per comunicarmi i vostri eventi Cheap and Creative scrivete a: vfalcioni@yahoo.it

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