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ASCOLI PICENO – Sabato 19 novembre Ascoli accoglierà presso il teatro Ventidio Basso il Nabucco di Giuseppe Verdi, frutto di una lodevole coproduzione della Rete Lirica delle Marche. Nel 2015 l’assessorato alla Cultura della Regione Marche, rappresentato da Moreno Pieroni, ha voluto ardentemente la fondazione di una rete lirica per valorizzare questa forma d’arte che da sempre rappresenta un’eccellenza italiana nel mondo. Sotto il coordinamento del Consorzio Marche Spettacolo questo sistema oggi raccoglie il Comune di Ascoli Piceno, il Comune di Fano, il Comune di Fermo, il Comune di Macerata, l’Associazione Arena Sferisterio, la Fondazione Rossini Opera Festival di Pesaro, la Fondazione Teatro della Fortuna di Fano e la Form – Fondazione Orchestra Regionale delle Marche. L’obiettivo originario ovviamente era quello di potenziare durante una fase sperimentale di circa tre anni, fra il 2015 e il 2017, la produzione lirica nelle Marche che è una regione con un’eminente concentrazione di teatri, realizzare stagioni liriche di alta qualità e garantire occupazione a tutti gli artisti e alle maestranze tecniche del settore, provando a coinvolgere soprattutto le fasce più giovani. Di recente Catia Amati, presidente della Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, a tal riguardo ha scritto: “La Rete Lirica delle Marche è una formula vincente che ha disegnato un nuovo modo di rapportarsi tra le realtà teatrali e le Istituzioni pubbliche della nostra regione e che ha avuto riconoscimento sia da parte della Regione Marche sia del MIBACT. Su questa strada si deve continuare con l’obiettivo di aggregare nuovi soggetti. Fondamentale fino ad ora è stata la capacità di far squadra e la volontà di avvalersi di professionalità in tutti i campi. Il collante inoltre è stato sicuramente la grande disponibilità dimostrata da tutti i soggetti che formano la Rete”.

GLI INTERVENTI – Il sindaco di Ascoli Piceno – avv. Guido Castelli – l’assessore alla Cultura con delega ai servizi e alle attività culturali, musei, teatri e biblioteche – avv. Giorgia Latini – il presidente del Consorzio Marche SpettacoloCarlo Maria Pesaresi – il direttore di regia, scene, costumi e luci – Pier Luigi Pizzi – il direttore artistico – M° Alessio Vlad – il direttore di produzione dell’Arena Sferisterio di MacerataLuciano Messi – il direttore d’orchestra – M° Matteo Beltrami – il M° del Coro Ventidio BassoGiovanni Farina – alcuni interpreti e componenti dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana hanno presentato fra orgoglio ed entusiasmo il Nabucco di Verdi che per l’occasione vanterà un allestimento inedito.

Il sindaco Castelli ha esordito citando Italo Calvino per cui “i classici sono quei testi che non finiscono mai di dire quello che hanno da dire”. “Il Nabucco”, ha continuato, “seppur composto 174 anni fa, racconta una storia quanto mai attuale che ha per protagonista lo scontro fra Stato e Società. Nell’opera il conflitto si risolve nella riconciliazione tra gli Assiri oppressori e gli Ebrei oppressi nel nome di una fede che accomuna tutti. Così possono risolversi tutti i conflitti che agitano le nostre vite e le nostre coscienze. Inoltre, così come gli Israeliti di Nabucco, oggi sono tante le persone costrette a vivere in esilio lontani dalle torri atterrate, dalle piccole patrie cittadine sì belle e perdute delle Marche, del Lazio e dell’Umbria sconvolte dai terremoti degli ultimi mesi. Quindi il mio messaggio e quello dell’opera è: coraggio, non vi lasciamo soli, non vi dimentichiamo, e anche voi un giorno tornerete a casa!”.

L’assessore Latini, invece, ha voluto sottolineare l’importanza di coinvolgere le giovani generazioni sia nella messa in scena del Nabucco, sia nella sua prima fruizione poiché sono spugne in grado di assorbire e poi prodigare quella bellezza che lascia “volare su ali dorate” anche nelle occasioni più difficoltose. Lo stesso concetto è stato ribadito da Luciano Messi, il quale ha ricordato che giovedì 17 novembre ad ammirare in anteprima quest’opera rinnovata per risultare più scorrevole, saranno proprio gli studenti delle scuole medie Inferiori e Superiori e quelli delle Scuole, degli Istituti e delle Accademie Musicali locali.

Pier Luigi Pizzi, maestro dell’illuminazione che ha curato regie e scenografie per i principali teatri e festival, ha voluto porre l’accento proprio sull’allestimento scenico che sarà spoglio di evocazioni babilonesi, ma ricco di atmosfere bibliche seppur essenziale nella sua completezza. La crisi ha costretto al ridimensionamento, ma le ristrettezze sono divenute anche motivo di riflessione e rivalutazione di una linearità narrativa. Nelle opere di Verdi la protagonista assoluta è la musica che il compositore italiano ci ha consegnato, la quale viene poi valorizzata da trame che sanno raccontare in maniera sensibile l’animo umano. Pertanto, in quest’occasione, mancherà lo stupore mozzafiato all’apertura del sipario e conseguentemente si eviterà anche un peculiare elemento di distrazione durante la rappresentazione. Ciononostante, sebbene le scenografie sembreranno scarnificate senza i tipici giardini pensili, l’uomo e le sue vicende verranno poste al centro dell’attenzione collettiva.

Matteo Beltrami che in 17 anni di carriera ha diretto nella maggior parte dei teatri italiani e internazionali, ha spiegato che il Nabucco per questa straordinaria occasione è stato alleggerito grazie all’eliminazione di tutte quelle parti che creavano discontinuità e causavano un crollo d’attenzione da parte degli spettatori. Pertanto l’opera, caratterizzata da quattro parti, sarà divisa in due atti e risulterà più fluida e avvincente. La cesura avverrà nel momento in cui Nabucco, proclamandosi Dio, viene colpito da un fulmine e Abigaille, approfittando della sua agonia, si pone sul capo l’agognata corona. Questo produrrà una suspense che terrà gli spettatori incollati alla trama.

Il presidente Pesaresi e il maestro Vlad hanno chiuso ribadendo la loro personale soddisfazione per questo progetto poiché in poco temposono stati ottenuti dei risultati che vanno al di là di ogni aspettativa: per la qualità offerta, per il successo di critica e di pubblico, per l’integrazione delle maestranze artistiche e per l’ottimizzazione delle risorse”. L’unione di diverse forze ha offerto al teatro la possibilità di produrre le più note opere liriche con una ritrovata verginità emotiva, tecnica e realizzativa.

 

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