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ASCOLI PCENO – Il 2016 è stato un anno di importante rodaggio per Hub 21, il Polo Scientifico, Tecnologico e Culturale di Ascoli Piceno, nato da un progetto di alcuni imprenditori ascolani e  supportato da soci marchigiani e abruzzesi. Nell’anno che volge al termine si è registrata una considerevole crescita che ha portato la città ad essere la terza in Italia per l’exploit delle start-up, grazie anche al radicamento di una cultura di impresa e di auto-imprenditorialità portata avanti dalla Regione Marche, specie in questi ultimi tempi. Quasi tutte le start up sono nate ad Ascoli e via via esportate in quasi tutta Italia, ma alcune di esse sono state pensate per un pubblico di fruitori internazionale.

È lo stesso Amministratore – CEO – di Hub 21, il Dott. Luca Scali ad illustrare le nuove start-up in cantiere, lanciate sul mercato proprio negli ultimi mesi. La prima è NEOSCAN, sviluppata da Daniele Fanì, pensata per essere uno strumento di ausilio alla prevenzione del tumore della pelle, uno dei pochi a poter essere totalmente debellato se diagnosticato nei giusti tempi. NEOSCAN si presenta come un’applicazione per smartphone tramite la quale è possibile fotografare i nei sospetti o altre lesioni cutanee ed ottenere un auto – esame della pelle.

L’immagine che viene fotografata del neo, viene divisa in tre dimensioni dal programma e confrontata in un database con milioni di immagini in modo tale da riuscire ad individuare eventuali fattori di rischio che lo porterebbero a trasformarsi in carcinoma nei mesi successivi. Se questa analisi rileva elementi allarmanti, l’utente viene avvisato e gli vengono segnalati i medici specialisti più vicini ai quali potersi rivolgere.

Si è cercato di create un’analisi piuttosto accurata, calibrata sulla singola persona perché all’atto dell’iscrizione nell’app vengono fatte domande sul “normotipo” come altezza o colore dei capelli. Ultimamente ha attratto l’attenzione di molti investitori tra cui alcune case farmaceutiche.

Altra start-up di successo è MINIJOB, da un’idea di Matteo Annibali e Dario Licci, che è una piattaforma social gratuita che cura l’incrocio di domanda e offerta di “lavoretti”, ossia brevi prestazioni occasionali, a livello locale. Ogni Comune, infatti, viene dotato della propria piattaforma dove gli utenti si iscrivono e caricano i propri cv e reperiscono un’occupazione nella propria città, ma la fascia considerata è quella di comuni al di sopra dei 20.000 abitanti. 

Ha riscosso grande successo, proprio ultimamente vi hanno aderito per le Marche i Comuni di Pesaro e Macerata, ma si sta espandendo anche in Abruzzo e verso il nord, basti pensare che vi ha aderito anche la città di Torino. Lo scorso Luglio è stato lanciato il progetto “Cento Comuni” che avrebbero dovuto aderire in soli diciotto mesi, mediante degli accordi con le amministrazioni locali interessate ad ospitare il link della piattaforma sul proprio sito istituzionale. Per ora si contano trentadue comuni aderenti, ma altri sono in trattativa proprio in questi giorni.  

DEMOSEND.IT è una piattaforma di musica streaming che cerca “in un certo senso” di operare come un talent, creando una vetrina per le produzioni musicali inedite. Infatti tramite questa piattaforma è possibile, per i musicisti non professionisti, mettere online i propri demo musicali ed avere l’opportunità di venderlo anche ad acquirenti importanti come spotify e i tunes.

Questa start-up ha destato un particolare interesse nel pubblico straniero e presto verrà presentata dagli esponenti di Hub 21 in USA.

Infine LE VIE DEL GUSTO, progetto multilivello di recentissima produzione, la cui App è già scaricabile sugli smartphone e presto diventerà anche un libro. Qui vengono illustrati percorsi del gusto per sei regioni, tra le quali Marche ed Abruzzo. Per ogni “via del gusto” vengono inoltre proposti sei prodotti locali che arriveranno in una scatola agli abbonati. Infatti, tra gli scopi del progetto c’è anche quello di esaltare i piccoli produttori locali che non hanno molta visibilità. Inoltre tale progetto è, sì, dedicato agli italiani ma è stato concepito e strutturato per l’esportazione, al fine di far conoscere prodotti alimentari che connotano un gusto tutto italiano agli utenti stranieri.

Attualmente sono circa trentotto i ragazzi impiegati in queste start-up e per l’anno venturo ci si è posto l’obiettivo di ampliare le iniziative, attraendo nuovi talenti e sviluppando nuove idee, investendo sulla cultura del digitale nel nostro territorio.

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