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ASCOLI PICENO – Il 29 dicembre, alle porte del nuovo anno, il PD Ascoli rappresentato dal capogruppo Francesco Ameli, dal segretario Massimo Gaspari, dal consigliere provinciale Valentina Bellini, dal consigliere comunale Giancarlo Luciani Castiglia e dall’ex sindaco Roberto Allevi, ha voluto redigere un bilancio politico del 2016, i cui punti chiave sono terremoto, scuola, lavoro, parcheggi, pubblica illuminazione e raccolta differenziata, senza trascurare le vicende legate alla vendita del 45% delle quote di Piceno Gas a Estra Energie srl, la mancanza di una nuova classe dirigente a ridosso delle elezioni comunali e soprattutto un prospetto economico in grave sofferenza.

GLI INTERVENTI

Coralmente i rappresentanti del PD Ascoli hanno espresso i loro dubbi sull’operato dell’amministrazione comunale capitanata dal sindaco Guido Castelli durante l’anno 2016. Francesco Ameli ha esordito spiegando che a nome dell’unica opposizione presente in città, in quanto i portavoce del partito penta stellato portano avanti una sorta di immobile astensionismo, desidera tirare le somme politiche di un anno piuttosto complesso così da tracciare una direttiva su quelli che saranno gli obiettivi del PD per il 2017.

“Non è questa l’occasione per discutere sulle misure adottate nella gestione di un evento straordinario e tragico come il terremoto, sebbene ai vertici si tenda a mettere in relazione gli episodi tellurici con la grave depressione economica del territorio e una preoccupante defluenza demografica che in realtà hanno iniziato a manifestarsi ben prima del terrificante 24 agosto 2016. Di certo, la spettacolarizzazione dei danni non ha giovato ai commercianti del centro storico. Il blocco dei mutui da parte del governo per comuni come quello di Ascoli, tuttavia, darà l’opportunità di investire sulla città e realizzare un massiccio programma di rivitalizzazione. L’augurio dunque è quello che la cittadinanza torni presto alla normalità, ma prima di qualsiasi altra iniziativa devono essere definite concretamente le problematiche abitative delle varie famiglie che hanno richiesto un intervento, poiché vi è ancora una certa impasse su questo punto.

Per il 2017 la volontà è quella, inoltre, di tornare a parlare di lavoro, questione che è stata fin troppo trascurata da gran parte delle forze politiche comunali, sebbene attività commerciali, imprese e industrie continuino tristemente a chiudere i battenti.

Altra questione che ha sovraccaricato i cittadini lungo l’ultimo anno è quella legata alla pubblica illuminazione. Ieri, dopo tante rimostranze, a Monticelli hanno iniziato dei lavori per amplificare l’illuminazione al led che in alcuni spazi del quartiere ascolano più esteso creava delle pericolose zone d’ombra. Le tante critiche che abbiamo mosso sulla gestione del nuovo metodo d’illuminazione, a quanto pare, sono state ascoltate. Questa pessima progettazione amministrativa, però, andrà a incidere ancora una volta sulle tasche dei cittadini.

Un’altra questione critica è quella che riguarda la raccolta differenziata, la quale non è stata ancora adottata dall’intera città causando non solo preoccupazioni ambientali, ma anche danni economici. Invero, l’amministrazione ha aumentato la Tari per far partire definitivamente la raccolta differenziata, tantoché è stato inviato un opuscolo esplicativo in ogni casa ascolana, ma tale iniziativa in realtà è restata al palo. Siamo di fatto il fanalino di coda delle Marche. Nove sono i ricorsi al Tar persi dal Comune di Ascoli Piceno sulla tematica dei rifiuti. La grave situazione ambientale in cui verte la città è legata anche a una mancata bonifica che riguarda la vasca di prima pioggia.

Altra faccenda piuttosto spiacevole riguarda la vendita del 45% delle quote della Piceno Gas. È stato come vendere un gioiello di famiglia per far fronte a una pessima gestione di beni che di fatto appartengono all’intera comunità. Qualora si dovesse vendere un ulteriore 45%, il PD vorrebbe invitare l’amministrazione a investire questo denaro per riacquistare i parcheggi. Se questo non fosse possibile, una seconda proposta riguarderebbe la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico di tutte le scuole ascolane.

Il bilancio è in forte sofferenza sebbene il sindaco lo neghi. L’intervento della Corte dei Conti ormai è una costante. Ci troviamo di fronte a un metodo, il metodo Castelli, che è una tecnica dilatoria. Si tratta di un procedimento che assomiglia all’uso di infilare la polvere sotto un tappeto per evitare che venga scoperta dagli ospiti, i quali in questo caso sono interpretati proprio dalla Corte dei Conti e dai cittadini sempre più sospettosi. Si tende pertanto a distrarre l’attenzione. Bisogna sapere, però, che quando non si rispetta il patto di stabilità, vi sono delle conseguenze negative come il blocco delle assunzioni. Per porre rimedio, allora, si ricorre alla vendita di beni come è accaduto con la Piceno Gas. Effettivamente, se non fossero state cedute le quote, oggi ci ritroveremmo con un buco di cassa di 9 milioni di euro. Le entrate correnti non riescono a pareggiare in nessun modo le spese. In realtà questo denaro non dovrebbe servire per pagare i ‘buffi’ che si crea con un’errata programmazione delle entrate finanziarie della città, ma per investire in maniera tangibile sul futuro di Ascoli.

È inoltre necessario un ricambio generazionale, una nuova classe dirigente con idee fresche poiché una città che ha per vent’anni gli stessi amministratori, è a tutti gli effetti una città inerte non per mancanza di capacità, ma perché viene meno l’entusiasmo, la facoltà di osservare il territorio con occhi nuovi, fervidi e tesi ad un futuro più ampio”.

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