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Sullo schermo ormai dal lontano 2000, Logan, alias Wolverine, alias Hugh Jackman, si appresta ormai a salutare il suo pubblico. 

Quello dei supereroi è ormai un genere cinematografico solido, e ben strutturato, ricco sia dal punto di vista stilistico che tecnico. Sono passati ormai molti anni dai primi tentativi fatti da Tim  Burton con Batman o da Sam Raimi con Spiderman; oramai chi va al cinema per vedere questo genere di  film che ha come protagonista un personaggio Marvel o DC sa già cosa aspettarsi.

Ma da un po’di tempo  il cinecomics sembra aver raggiunto un certo grado di autorevolezza, cosa che  gli permette di riflettere su sé stesso in maniera più problematica e di interrogarsi sul suo futuro.

Logan è l’esempio lampante.

Saga degli X – Men & Logan

Ancorato al mondo dei mutanti, il personaggio di Wolverine ha attraversato diversi film prima di arrivare fin qui:

  • X Men del 2000 diretto da Bryan Singer
  • X Men 2 del 2003 diretto sempre da Bryan Singer
  • X Men – Conflitto finale del 2006 diretto questa volta da Brett Ratner
  • X-Men le origini – Wolverine del 2009 primo spin-off e prequel della trilogia; la regia passa a Gavin Hood
  • X-Men – L’inizio del 2011 è il primo vero e proprio prequel della trilogia originale, ed è diretto da Matthew Vaughn sulla base del soggetto di Bryan Singer
  • Wolverine – L’immortale del 2013, diretto stavolta da James Mangold
  • X-Men – Giorni di un futuro passato, del 2014 dove torna Bryan Singer
  • X-Men – Apocalisse del 2016 con ancora Singer alla regia                    

Ora siamo arrivati a quanto sembra al capitolo conclusivo.  

Il film è ambientato nel 2029, in un mondo che da anni non vede più nascere mutanti. Sono rimasti pochi individui dotati di facoltà superiori a quelle della razza umana e Logan  è fra questi. Ha però abbandonato i panni di difensore della Terra e sopravvive facendo l’autista, mentre i suoi poteri sono sempre più carenti e stanno lentamente sparendo. La sua vita (e quella dell’ormai anzianissimo professor X) cambia del tutto quando una donna presenta a Logan una bambina. Sarà la chiave di una serie imprevedibile e pericolosa di eventi.

L’approccio al film è più introspettivo, quindi da questo punto di vista siamo lontani dai cinecomics sopraelencati.

Se siamo abituati ai supereroi che non si stancano mai, non invecchiano e non mostrano i segni del tempo che passa con Logan bisogna ricredersi.

Entrambi i protagonisti sono stanchi, anziani e indeboliti.

Menzione speciale va attribuita a Hugh Jackman.  Per questa nona ed ultima interpretazione, l’attore australiano ha dato tutto sé stesso, regalandoci un Wolverine decadente e abbattuto dalla vita, senza risparmiarsi  deciso a chiudere degnamente un cerchio iniziato ormai 17 anni fa.

Senza dubbio Logan segna un punto di svolta del genere.

Che sia l’inizio di un nuovo filone? in cui i nostri amati combattenti si mostrano per quello che sono: meno super ma più eroi.

 

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