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La carriera di un calciatore non è come quella di un lavoratore qualsiasi. Stiamo parlando, infatti, di un periodo che va tra i 15 e i 20 anni massimo, nell’ambito professionistico.

Casi come quello di Buffon, che a quasi 40 anni continua a sorprendere dopo oltre 20 anni di carriera, sono più unici che rari e non bisogna dimenticare che il dispendio d’energia di un portiere è comunque di molto inferiore a quello dei calciatori che si disimpegnano in altri ruoli.

Tuttavia vi è una generazione di ‘vecchietti’ terribili che non intende ancora gettare la spugna, nonostante abbia già vinto tantissimo e l’età sia ormai avanzata.

Uno di questi è, sicuramente, Dani Alves, terzino destro brasiliano che sembra ormai prossimo a lasciare la Juventus per passare al Manchester City di Pep Guardiola, suo allenatore al Barça dal 2008 al 2012.

Il brasiliano, che nella seconda parte della stagione è stato importantissimo nella squadra di Allegri, aveva precedentemente rivelato in pubblico che per crescere Dybala avrebbe dovuto lasciare la Juve. Da quella dichiarazione in poi sono arrivate solamente conferme del suo addio, tra le tante un video pubblico di Higuain nel quale l’argentino gli augurava il meglio per il futuro.

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Il brasiliano, a 34 anni, intraprende dunque una nuova tappa della sua vita calcistica in un campionato nel quale non aveva mai militato, ossia la Premier League, estremamente competitivo e, secondo le analisi delle quote delle scommesse di 888Sport, molto equilibrato.

Fiducioso della sua grande tempra e fibra, Alves cerca quindi una sfida diversa, nonostante non sia più giovanissimo. Come lui prima aveva fatto Patrice Evra, che aveva scelto la Juventus a quasi fine carriera e dopo un anno e mezzo è tornato in Francia all’Olympique Marsiglia.

I due terzini sono quindi i principali rappresentanti di quei calciatori che non mollano e non vogliono darla vinta al passo del tempo. Quasi come Francesco Totti, che è arrivato a giocare fino a 40 anni, senza essere un portiere, vivendo una vita intera da giallorosso nella sua Roma.

Nonostante nelle ultime stagioni venisse usato con il contagocce, Totti è rimasto al suo posto e ha dato un contributo importante alla squadra quando chiamato in causa. La grandissima festa messa in scena all’Olimpico dopo l’ultima partita da lui disputata, è stato il premio per una carriera eccezionale.

Per non parlare di Roberto Colombo, portiere di riserva del Cagliari, che il 15 aprile scorso è subentrato al 90º nella partita contro il Chievo, esordendo di fatto con la maglia sarda all’età di 41 anni e 234 giorni e piazzandosi al quarto posto del ranking dei calciatori più anziani ad avere mai disputato una gara in Serie A, alle spalle di altri tre portieri storici: Ballotta, Antonioli e Fontana.

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Zlatan Ibrahimovic

Un altro calciatore attempato che non vuole ancora arrendersi all’età è Zlatan Ibrahimovic. L’attaccante svedese, che a ottobre compirà 36 anni, è reduce da un brutto infortunio al ginocchio e dovrà stare fermo ancora per un po’.

Motivazione insufficiente per farlo sentire un ex calciatore: Zlatan è un lottatore e la sua indole da guerriero gli impedisce di pensare al ritiro, nonostante il contratto con il Manchester United sia scaduto.

Per lui potrebbero aprirsi le porte della MLS, il campionato statunitense, nel quale militano attualmente stelle come Andrea Pirlo, anch’egli prossimo ai quarant’anni, David Villa e Ricardo Kaká. Anch’essi, con un passato glorioso alle spalle, vogliono dimostrare ancora di essere in grado di fare la differenza, nonostante non giochino più in Europa, nel calcio che davvero conta.

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